Ritratti d’artista: l’abbraccio di Sofia risveglia le coscienze

Prato – E’ una giovane artista toscana Sofia Ancillotti che diplomatasi nel 2016 anno in cui ha iniziato il suo percorso accademico, ha però già alle spalle  un ricco curriculum artistico.

Allieva all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la cattedra di pittura del professore Ramotto, in questi giorni sta lavorando sul tema dell’abbraccio come mezzo  per la creazione di un’entità e di un nuovo terzo genere, ”L’ermafrodita”, utilizzando il dipinto come portale per una dimensione interiore.

Nelle sue opere  c’è il tentativo di risvegliare quella coscienza dormiente risalente a un’epoca primordiale e per questo Sofia Ancillotti prende in prestito il corpo umano per arrivare a trasmettere il proprio messaggio, utilizzando varie e diverse tecniche a secondo di ciò che ella vuole esprimere.

Vincitrice di vari premi nel 2015, all’Extempore della villa al parco, organizzata dall’associazione “Arte in fiera”, con un’opera grafica intitolata: ”La Madre”; nel 2016 ha invece collaborato con un “Progetto editoriale Etruria” per la creazione di un’album di piccole figure sulla storia di Pistoia.

Nel corso del 2018 arrivano importanti riconoscimenti ed inviti a partecipare a mostre in luoghi storici. Infatti  l’artista replica ad “Anabasìs, il ritorno”, realizzata all’interno delle cappelle di San Vivaldo, (il catalogo è un gioiellino di immagini curato da Gianni Pozzi attualmente docente di economia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze).

Partecipa poi ad “AnnoZero”, a San Baronto, in collaborazione con alcuni colleghi dell’Accademia e con alcuni artisti internazionali che da diversi anni  si sono stabiliti in terra toscana. Un’iniziativa artistica nuova ed originale che vedeva dei “manifesti” attaccati per le vie dei paesi limitrofi :  una performance intitolata “inseminazione artistica” che consisteva nell’ “abbellire” la città con le opere e portare l’arte nella vita quotidiana di tutte le persone.

A novembre in ricordo della giornata internazionale contro la violenza di genere con i suoi dipinti partecipa “Al Femminile” presso la Galleria d’arte contemporanea di Roma  “NVMEN ART SPACE”, con la tela dal titolo   “Art.612bis” (quello emanato il 23 febbraio 2009,che condanna chiunque compia atti violenti contro la persona….).

Per la sua realizzazione, l’artista ha utilizzato un fotomontaggio di una fotografia insieme ad una sua opera intitolata “Il fregio della Giustizia” rappresentante la storia della donna ritratta, vittima di stalking nel 2007 e di come sia riuscita a far condannare il suo stalker a 3 anni di carcere, facendo diventare il suo un caso di giurisprudenza.

La donna ritratta in una posa supina, perché Sofia Ancillotti si è ispirata alle rappresentazioni delle Veneri Cinquecentesche di Giorgione e Tiziano, riprese anche in tempi più moderni.

“Ho desiderato ritrarla all’interno della sua abitazione – dice Sofia – con elementi che richiamassero alla realtà quotidiana. Una Venere, una Musa, una continua fonte di ispirazione per chi la osserva, per chi conosce la sua storia tatuata sulla sua pelle,sulla sua anima. Lei è colei che è sopravvissuta e con il suo coraggio è riuscita a fare Giustizia. E’ un inno alla vita. Un inno alla Donna.”

Da novembre ad oggi  Sofia Ancillotti ha partecipato a  “Gifts of art” a cura di Loredana Trestin presso lo spazio espositivo a Palazzo Ducale e da pochi giorni è presente con le sue opere alla mostra  “Onde di vita” a cura di Loredana Trestin presso il Museo del mare a Galata.

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