Firenze – Il treno della memoria arriva da “Brennero”, così appare scritto sugli schermi della stazione SMN. In realtà viene da lontano, direttamente dal secolo scorso. Attorno al binario 11 si affollano i familiari e gli amici dei 750 ragazzi che il 19 gennaio scorso hanno lasciato casa per visitare, a Cracovia, i luoghi tragici dell’olocausto: Auschwitz e Birkenau. Scendono dal treno con aria distesa, ma in questi quattro giorni hanno condiviso esperienze che li cambieranno per sempre.
“Ad Auschwitz mi sono commossa”, racconta Eleonora, “vedere tutti quegli oggetti ammassati che erano appartenuti agli ebrei mi ha dato l’idea di quante persone siano state uccise. Il campo era enorme e c’era un silenzio agghiacciante.” Interviene Massimiliano: “Com’è possibile che nessuno se ne sia accorto? In realtà all’inizio non si sapeva cosa succedeva nei campi di concentramento, per cui il massacro è stato doppio in un certo senso.”
C’è chi ha partecipato per la prima volta e chi ormai ne ha fatta una tradizione. Per Eleonora era la prima volta: “Penso ai tanti ragazzi della nostra età che hanno preso questo treno e non sono più tornati. Noi abbiamo tante opportunità e dobbiamo sfruttarle. Non possiamo dimenticare”.
Molti hanno un altro treno da prendere, quello domestico, per tornare a casa. L’assessore non si vede. Sciamano in fetta, quei quattro giorni non verranno certo dimenticati. Mai più. Ma ora è anche difficile parlarne.