Dice di non essere l’anti-Renzi, ma una cosa è certa: al congresso ci va per vincere. Giuseppe “Pippo” Civati è arrivato in quella che è diventata ormai la sua città di adozione per l’investitura a candidato segretario nel momento più travagliato della breve storia del Partito Democratico. L’atmosfera che si respira all’ostello della Ghiara dove è iniziata la tre giorni di Politicamp è più da campeggio che da incontro politico.
L’idea è quella di aggregare forze e teste intorno a un progetto politico che sta prendendo forma tra le macerie del dopo-Bersani: un progetto che mira a pacificare un partito dilaniato dalle correnti e a superare le larghe intese. O meglio ad allargare le intese verso Sel e il Movimento 5 Stelle, superando la drammatica fase del compromesso con Berlusconi.
La proposta è quella di un ritorno a sinistra, dove la parola rinnovamento assume un significato profondamente diverso rispetto a ciò che intende Renzi perché si inserisce nel solco di una tradizione antica, nella quale l’elettorato di riferimento ritrovi i punti di riferimento.
Il problema è capire se si tratta di una sfida fuori tempo massimo destinata ad essere travolta dal carisma del sindaco di Firenze oppure della strada che riporterà il Pd a ritrovare se stesso e i suoi elettori. L’entusiasmo intorno al deputato lombardo non manca, ma la proposta politica non ha ancora trovato una forma delineata. Molto dipenderà da Civati e dalla sua capacità di leadership che deve essere provata e misurata. E il suo avversario ha dimostrato di avere capacità di persuasione e carisma da vendere, tanto che anche a Reggio c’è stata un’epidemia di conversioni al credo renziano tra ex bersaniani di stretta osservanza, fra i quali il segretario provinciale Roberto Ferrari.
Civati è simpatico e non ha l’arroganza spocchiosa di altri capi e capetti che si aggirano nel Pd, ma il sorriso non è sufficiente per vincere. Per vincere la guerra serve l’esercito e una strategia, servono le idee chiare sui metodi e sugli obiettivi. Sull’economia e sulle alleanze serve chiarezza – Grillo non è stato molto tenero, anzi recentemente lo ha proprio maltrattato – perché al momento il progetto sembra ancora confuso. A meno che Civati non si accontenti di fare il leader della “minoranza critica”. Se è così si può andare avanti a Politcamp: all’ostello della Ghiara si sta bene, soprattuto d’estate, e la compagnia è gradevole.