Lo affermo da cittadino e da tifoso, appassionato di pallacanestro da almeno trentacinque anni, dunque con un certo rammarico: la ristrutturazione presentata in questi giorni dal Comune e da realizzare interamente con risorse pubbliche è un grave errore.
Perchè è stato abbandonato il precedente progetto, che prevedeva il coinvolgimento di privati?
Perchè non è stato richiesto un impegno al Presidente Landi, che beneficierà in prima battuta dell’investimento?
Il palasport è certamente un bene pubblico, e rappresenta una fondamentale opportunità non solo per il basket, ma per tutto lo sport di base.
Dunque, ben vengano interventi mirati tesi a rendere più fruibile la struttura anche alle altre associazioni sportive, a garantire un migliore accesso per i disabili e la sistemazione delle parti usurate dal tempo.
Ma reputo un simile intervento un passo falso, per almeno due buoni motivi.
Il primo, anche per importanza: si afferma come un mantra che non ci sono soldi, ma in questo caso ne verranno spesi almeno 1,5 milioni, forse due, e in questo periodo non e’ comunque un bel segnale soprattutto per chi soffre ancora la crisi e per chi non usufruisce delle attività sportive, come praticante o come simpatizzante.
Il secondo: l’incremento di mille posti rappresenta un rappezzo che non consentirà comunque alla squadra di pallacanestro, attorno alla quale si è indubbiamente imperniato il dibattito, di disputare in futuro le (auspicate) competizioni europee.
Allora, perchè si è rinunciato al precedente progetto, che prevedeva il coinvolgimento di privati?
Perchè il Presidente Landi, cui va la riconoscenza della comunità ma che trae significativo beneficio, non dimentichiamolo, anchedalle perdite della Pallacanestro reggiana per ridurre l’imponibile del proprio gruppo, come un recente intervento di Mario Guidetti ha dimostrato, si è defilato?
Non amo la logica del decentramento e della spoliazione del centro storico, ma insistere su di una struttura di cinquant’anni fa è segno di una politica miope.
Basta guardare il Mirabello per capire.