Firenze – Ieri erano migliaia, forse oggi saranno di più, i ristoratori, dipendenti e imprenditori, che stazionano per il presidio organizzato davanti a Montecitorio. Una protesta che andrà avanti ad oltranza, perché, come sostengono i ritoratori, le parole non bastano.
Ieri, primo giorno di protesta, si è registrata anche la presenza, per un breve passaggio, di alcuni esponenti politici. Soddisfatti, i ristoratori, ma non basta, come dicono dalla piazza. L’iniziativa, organizzata dai ristoratori di TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese e Ristoratori Toscana, ha come obiettivo sia il pagamento immediato degli indennizzi, che le riaperture, concordate con la categoria.
“Non vogliamo sussidi, ma risarcimenti immediati adeguati ai danni subiti e tornare a lavorare” è il messaggio lanciato dal mondo Horeca, che ha visto in piazza, fianco a fianco, imprenditori e dipendenti del settore. “Vogliamo coerenza, abbiamo perso la pazienza”, “Se l’Rt sale non è detto che il contagio sia serale”, “esistiamo”, alcuni degli striscioni apparsi ieri alla manifestazione.
“Siamo stanchi. Le promesse non ci bastano più. Non ce ne andremo da piazza Montecitorio fino a che non partirà il primo bonifico del bonus filiera e avremo la certezza del ristori quinquies”, incalza il portavoce di TNI Italia e presidente di Ristoratori Toscana Pasquale Naccari. “Siamo soddisfatti di aver fatto uscire dalle loro stanze alcuni esponenti politici, che sono scesi in piazza a parlare con noi. Ma le parole se le porta via il vento. Vogliamo fatti. Ed è quelli che aspettiamo”.
“Ringraziamo la trentina di colleghi del movimento #ioapro che si sono presentati alla fine della giornata per appoggiare la nostra manifestazione, con la speranza – conclude – che abbiano compreso che non basta riaprire. Bisogna infatti che le riaperture dei ristoranti siano decise dalle istituzioni, evitando così inutili sanzioni per loro e per i loro clienti”.