Firenze – Ventinove voti a favore, 7 astenuti, passa in consiglio regionale la legge sul rischio idraulico illustrata all’aula dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd). Collegato alla legge è stato approvato, sempre a maggioranza, un ordine del giorno del Pd presentato da Andrea Pieroni e firmato anche dal capogruppo Leonardo Marras e dal consigliere Antonio Mazzeo.
Mentre l’ordine del giorno evidenzia “potenzialità” nei territori e dei distretti economici, come ad esempio in quello conciario, richiamato espressamente nel dispositivo, l’atto impegna la Giunta ad “accelerare il percorso per la realizzazione o il completamento delle opere per la sicurezza idraulica attualmente in corso”. Il governo toscano deve poi “realizzare tutte le opere e gli investimenti necessari al fine di mettere in sicurezza idraulica i territori toscani in cui il rischio idraulico risulti maggiore, con particolare attenzione a quelle aree inserite nei distretti produttivi caratterizzati da “maggior dinamismo in termini di attrazione di investimenti e crescita occupazionale”.
“Si tratta di una legge tecnicamente molto complessa e di difficile comprensione – spiega Titta Meucci, consigliera regionale in quota Pd, della commissione Ambiente – che si è avvalsa delle competenze degli ingegneri idraulici ma non solo”. Infatti la nuova legge, che mette la toscana in “regola” rispetto alle norme europee recepite dal nostro ordinamento, è una vera e propria legge “corale”. Il senso lo spiega al stessa consigliera Meucci: “La legge in oggetto, che è tata votata dalla maggioranza con solo 7 astenuti, è il frutto di un lungo lavoro durato un anno, nel corso del quale la commissione ha interpellato i soggetti più svariati, valorizzandone il contributo e le proposte“. Insomma un confronto serrato con i protagonisti (si va dagli ingegneri idraulici, alle associazioni, ai Comuni che dovranno poi mettere in atto la legge, ma anche cittadini, professionisti che a vario titolo sono coinvolti nella questione dell’idraulica regionale) che ha condotto a una legge complessa ma che attiva al suo interno le varie voci del territorio. Sempre con uno scopo preciso: oltre all’omogeneizzazione delle regole regionali in materia, anche e soprattutto quello del rinvenimento del prezioso punto di equilibrio fra sviluppo del territorio, valorizzazione dell’esistente e sicurezza idraulica. “Un dato importantissimo che ha a che fare con la vita stessa delle persone – conclude Meucci – in un’opera di responsabilizzazione che riguarda istituzioni,enti locali, e insomma tutta la complessa varietà dei soggetti chiamati a intervenire”. Un’opera tanto più complessa e utile, in quanto si avvale anche di una nuova impostazione, che riguarda le “misure” e le “modalità” del flusso idraulico. Concetti “nuovi” come quello di magnitudo, per esempio, la sintesi fra velocità e altezza.
Vivace e articolato il dibattito in aula, che tuttavia ha visto convergere anche le opposizioni su molti dei punti della nuova legge. “Al di là della norma, tecnica e complessa, apprezziamo il metodo”. dice il consigliere Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), annunciando il voto favorevole a una legge “che ha il merito di dare impulso alla costruzione di opere idrauliche”.
Il consigliere del Partito democratico, Francesco Gazzetti, è “orgoglioso di avere fatto parte del gruppo dei consiglieri Pd che ha lavorato al testo” e soddisfatto di un atto che “è in linea con gli impegni che ci prendemmo subito dopo i fatti drammatici e terribili di Livorno”. Si avvertiva “necessità di un contributo che andasse al di là della rappresentazione partitica – spiega-; dal lavoro svolto in commissione e dal voto di oggi in assemblea mi sembra che rendiamo un grande servizio alla Toscana”. Gazzetti esprime apprezzamento anche per “la potenzialità” della legge e invoca la necessità di “illustrare bene la portata innovativa” del nuovo testo.
Maurizio Marchetti(Forza Italia) indica le ragioni del voto di astensione del suo gruppo: “Si tengono in considerazione interventi per eliminare certi rischi idraulici, cosa che prima non si faceva”, argomenta il capogruppo, ma “abbiamo un provvedimento migliorativo nel 2018, con circa sei anni di ritardo”. Le accelerazioni, aggiunge, arrivano d’altra parte sempre a seguito di eventi calamitosi.
Andrea Pieroni(Pd) rimarca gli elementi “di valore e responsabilità” messi in campo dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli, e dai colleghi, elogiando gli esiti del “lavoro lungo e faticoso” grazie al quale il Consiglio regionale, oggi, agisce verso territori e comunità toscana. Il consigliere presenta l’ordine del giorno collegato alla legge, firmato anche dal capogruppo Leonardo Marras e da Antonio Mazzeo: “È fondamentale tenere insieme questioni di sicurezza, sviluppo e lavoro”, spiega Pieroni.
Anche l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni riconosce la qualità del lavoro svolto dal presidente Baccelli e dalla commissione, reso evidente anche “dal livello di consenso sulla legge qui in aula”. L’assessore fa alcune precisazioni: “La legge di oggi non arriva tardivamente, ma dopo un lungo percorso che ha recepito le direttive europee che invitavano a un cambio di passo”. In un contesto normativo mutato, il principio è “che non esiste il rischio zero”; si deve “passare alla consapevolezza che esiste il livello di rischio medio assunto come parametro, con cui bisogna fare i conti”.
Accanto all’evoluzione del quadro normativo, Fratoni ricorda l’innovazione anche in materia di strumenti di programmazione di cui la Regione si è dotata: “Il compendio di iniziative di direzione, in cui si è sviluppata la politica di difesa suolo, pone la Toscana all’avanguardia su queste tematiche”. Fratoni ringrazia quindi l’aula “per il contributo fattivo che ciascuno ha portato a un tema così delicato”.