Hanno organizzato un incontro pubblico, questa mattina, per fare il punto della situazione e valutare una lettera aperta da inviare ai sindaci della provincia reggiana. Gli attivisti del Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia non ci vedono ancora chiaro in questo processo che – a sèguito dell’esito referendario – dovrebbe portare alla ripubblicizzazione dell’acqua. E così, ancora una volta, si mobilitano: “A fine 2012 avete preso una decisione coraggiosa. Siate coerenti e mettete in sicurezza la ri-pubblicizzazione dell’acqua” hanno raccomandato ai primi cittadini dei comuni reggiani. Perchè questa sollecitazione? Nelle prossime settimane i sindaci saranno chiamati a decidere quale forma dare alla nuova gestione idrica, ed evidentemente il comitato non vede tutti gli incoraggianti segnali che dovrebbero vedersi.
Nonostante il referendum, gli enti locali non saranno obbligati a preferire un’azienda speciale consortile (di diritto pubblico) a una società per azioni (di diritto provato) benché la prima opzione rappresenti la soluzione più coerente con l’esito referendario. E infatti, “vi chiediamo di mettere in sicurezza la ri-pubblicizzazione scegliendo l’Azienda Speciale” specifica il comitato nella sua lettera.
C’è da qualche parte puzza di bruciato? Diciamo che c’è odore… di Iren. “Resta poi aperta una questione – sottolineano i membri del comitato – almeno altrettanto importante e cioè quella di quali funzioni vogliamo attribuire al nuovo gestore. Il rischio concreto che intravvediamo è quello di una ripublicizzazione di facciata, che vada a creare una scatola vuota per lasciare le principali funzioni strategiche in capo ad Iren. Sappiamo che Iren sta spingendo con forza in questa direzione, ma ci auguriamo che farete tutto il possibile per scongiurare questo rischio”.
Con i debiti che ha accumulato Iren, tra l’altro, si rischierebbe di fare un bel buco nell’acqua…