Ripartirei, anzi riparte Rei: riduzione dello sbilancio e nuova governance per supportare il Tecnopolo

Reggio Emilia Innovazione (dopo la messa in liquidazione ed una nuova governance) tira la cinghia e prospetta di chiudere in attivo già il 2017. Per fare da supporto al crescente Tecnopolo

Drastica riduzione dello sbilancio, con la prospettiva di chiudere già il 2017 con un leggero attivo; taglio delle spese, riorganizzazione e concentrazione delle risorse su nuovi business. Sono questi alcuni degli elementi salienti della ‘ripartenza’ di Reggio Innovazione: la società è stata messa in liquidazione, ma i laboratori sono ancora in attività e la nuova governante in pochi mesi ha saputo costruire una exit strategy capace di raddrizzare una barca che faceva acqua da tutte le parti. Il fatturato a settembre 2017 è in aumento del 28% su settembre 2016, una crescita che era già visibile a gennaio scorso (+ 21% sul gennaio 2016). Il fatturato per addetto a settembre 2017 era di 7.285 euro, contro i soli 5.140 dello stesso mese del 2016.
Certo, la situazione rispetto a un anno fa è cambiata anche per via di una consistente riorganizzazione. A luglio Rei ha affittato il ramo d’azienda del trasferimento tecnologico, quello meno remunerativo, a Fondazione Rei; mentre il ramo d’azienda dei laboratori, quello più produttivo e di valore, è stato affittato ad una newco, Reilab srl, costituita da Fondazione Rei e Unindustria. Reggio Innovazione è stata messa in liquidazione. Questa operazione ha permesso di portare avanti l’attività, con un taglio di personale inevitabile (da 17 a 12 addetti), ma sostanzialmente indolore (un solo licenziamento). Dal primo gennaio gli amministratori hanno messo in atto una serie di azioni per aumentare il fatturato: rinnovato il contratto con la Ask (che voleva andare via da Reggio e invece è stata convinta a restare ed entrerà nel Tecnopolo); c’è stata la vittoria di un bando regionale da 150mila euro per la gestione del Tecnopolo stesso; e si è migliorata la funzionalità e redditività del laboratorio Emc, che lavora di più (da 8 a 12 ore al giorno), con un minor tempo di attesa per le ditte esterne che lo prenotano (si punta a ridurre ad un terzo la coda semestrale che era imposta ai clienti). Si sono ridotti anche i costi di gestione (taglio delle auto aziendali da 4 a una sola) e si sono effettuati risparmi significativi sulle locazioni passive.
Morale della favola: a fine anno la perdita di esercizio verrà ridotta da 1,3 milioni del 2016 a soli 55mila euro; ma questa è l’ipotesi di scenario peggiore, perché in caso della firma di convenzione che porterebbe nuovi soggetti nella Fondazione Rei, si potrebbe chiudere già il 2017 con un piccolo attivo (45mila euro). Ma c’è di più: potrebbero essere implementati due nuovi servizi destinati a portare in cassa un volume d’affari complessivo tra i 400mila e i 500mila euro. Si tratta d un nuovo servizio di test accreditati su elettrodomestici (120 – 150mila euro di volume d’affari) e di test su apparati radio (300mila – 350mila euro). In prospettiva si pensa anche di investire con un raddoppio della camera anecoica. Insomma: dopo i tempi bui, il centro dell’innovazione punta decisamente verso il rilancio, per fare da supporto allo sviluppo del Tecnopolo delle Reggiane.

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