Firenze – Il Consiglio Regionale ha approvato la legge per il riordino del sistema sanitario toscano. Soddisfatto il governatore Rossi: “Riorganizzare profondamente è il solo modo per salvaguardare il servizio sanitario pubblico. Per la Toscana è una bella sfida ma sono sicuro che la vinceremo”.
Ridurre i costi e migliorare la qualità dei servizi, scongiurando la prospettiva di privatizzazione. Questo lo scenario aperto dal voto di stamattina, “pietra miliare – così lo ha definito l’assessore Marroni – di quello che sarà lo sviluppo e la crescita della nostra società nei prossimi anni”. Di tutt’altro avviso l’intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Toscana, che nelle ultime ore è insorta per contrastare la riforma. “Il riordino tanto sbandierato nasconde la volontà di procedere a un taglio netto del personale dipendente, che si rifletterà direttamente sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. La volontà della Regione di riformare il settore sanitario non è che una dichiarazione dell’impotenza nella capacità di governo, che comporterà il depotenziamento di un sistema che già vede i cittadini toscani sopportare i ticket più alti d’Italia”.
Così viene letta la legge, che prevede, ricordiamo, il commissariamento dei vertici delle attuali 12 Asl a partire da luglio e la formazione di 3 macro- Asl territoriali, ufficialmente attive dal 1 gennaio 2016. (dove quella di Firenze ingloberà Prato, Pistoia e Empoli). Il risultato sarà, secondo le rappresentanze dei medici, “un sistema pubblico povero per i poveri, ed uno ricco di risorse in mano alle assicurazioni”.
Sviluppo e crescita in aula – dunque – e ecatombe in ambulatorio sono le due chiavi di lettura della riforma, motivata dalla necessità di far fronte ai tagli dei trasferimenti statali, pari a 400 milioni di euro. Scopo della riforma è infatti il risparmio di circa 100 milioni di euro in un biennio, da realizzarsi attraverso il ricorso ai prepensionamenti di oltre 50.000 dipendenti.
“Ai sindacati dico di collaborare”, replica Marroni, convinto che, a riforma avviata, “ci sarà modo di valutare tutte le istanze, i dubbi e le incertezze che al momento sono più che plausibili” e che “nel giro di pochi mesi tutti avranno modo di valutare i benefici di questa legge”. Nient’altro, l’argomento del giorno è l’approvazione in aula e lo sguardo è già all’immediato futuro, con il ritmo del passo graduale. Quello di ieri mattina non è stato infatti che uno step della riforma, che vedrà in un’ulteriore proposta di legge – da presentarsi entro il 15 settembre 2015 – il ruolo attribuito alla programmazione di area vasta.