Firenze – Con cinque voti favorevoli ed uno di astensione, la Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Marco Manneschi (Tcr), ha licenziato la proposta di legge sul riordino delle funzioni esercitate dalle Province, dalla Città metropolitana di Firenze e dai Comuni in forma associata.
Saranno trasferite alla Regione le funzioni in materia di agricoltura, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale. In materia di ambiente il trasferimento sarà limitato a gestione dei rifiuti, difesa del suolo, compresa difesa della costa e gestione del demanio idrico, tutela della qualità dell’aria, inquinamento acustico, tutela delle acque, energia, oltre alle funzioni di autorità per l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), per l’Autorizzazione unica ambientale (Aua), per la Valutazione di impatto ambientale, sia strategica (Vas) che d’incidenza (Via). Infine, oltre alle funzioni dell’Osservatorio sociale, saranno trasferite quelle sulle strade regionali, limitatamente alla progettazione e costruzione delle opere.
Saranno trasferite invece ai Comuni le funzioni in materia di turismo, esclusa la formazione professionale degli addetti, e sport, la tenuta degli albi regionali del terzo settore. Per rafforzare il ruolo della Città metropolitana di Firenze, quale ente di governo dell’area metropolitana e di coordinamento dei Comuni che la compongono, la Regione riformerà la legislazione e gli atti di programmazione. In questo quadro saranno stipulate specifiche intese per l’attuazione del Programma regionale di sviluppo e per l’attuazione del piano strategico adottato dalla Città. Sarà istituita la Conferenza Regione-Città metropolitana.
‘Lasciamo al nuovo Consiglio regionale un compito di attuazione della legge molto facilitato – ha commentato il vicepresidente Alessandro Antichi (Forza Italia) – Le possibilità sono state sfruttate al massimo. È stato raggiunto un buon punto di equilibrio, grazie alla capacità di dialogo con il mondo istituzionale”.
La proposta di legge sarà all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale di domani.
Il consigliere Gabriele Chiurli (Gruppo misto) ha dichiarato il voto di astensione. ”Presenteremo una risoluzione per dare seguito alle indicazioni emerse negli incontri con i rappresentanti dei lavoratori – ha annunciato il presidente Manneschi – Considerata la situazione oggettiva, non è stato possibile al momento recepirle in emendamenti”.
La partita del personale. Per il trasferimento del personale alla Regione saranno stipulati specifici accordi tra Regione, Province e Città metropolitana, che interesseranno i dipendenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato con rapporto di lavoro in corso. Saranno inoltre considerate altre tipologie di contratti di lavoro o rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sempre in corso, relativi esclusivamente alla funzione trasferita.
L’individuazione nominativa del personale avverrà sulla base delle seguenti priorità: personale che esercitava la funzione interessata al momento dell’entrata in vigore della legge nazionale n. 56/2014; personale che l’aveva esercitata nel 2014; personale che l’aveva esercitata nel 2013. Il personale a tempo indeterminato trasferito alla Regione confluirà in una specifica dotazione organica provvisoria fino al termine della riorganizzazione.
L’esercizio associato di funzioni comunali sarà svolto dall’Unione dei Comuni, nel caso in cui l’ambito di dimensione territoriale adeguata o la zona distretto coincidano con il territorio dell’Unione. Negli altri casi l’esercizio è svolto sulla base di una convenzione.
I contributi previsti dalla legge regionale per le fusioni dei comuni, a partire dal giugno prossimo, saranno ridotti delle metà se il comune nascente non raggiunge la dimensione territoriale che comporta l’esonero dall’esercizio associato delle funzioni.
I contributi sono, invece, aumentati del 30% se il comune nascente supera i 10mila abitanti e del 60% per cento se supera i 15mila abitanti, oppure se sono stati coinvolti almeno quattro comuni, con uno dei comuni obbligato all’esercizio associato in entrambi i casi. In alternativa, i contributi sono raddoppiati se la fusione coinvolge tutti i Comuni di un ambito di dimensione adeguata.