Rimandato al 15 marzo lo sfratto in via Cavalcanti

Una lunga trattativa ha portato finalmente al rinvio dello sfratto al quindici di marzo per due famiglie albanesi nello stabile di via Cavalcanti, grazie alla mediazione di lotta per la casa e di Malika Yacout.
Un edificio d’intonaco giallo fiorentino, quaranta persone, un Van Iveco della polizia sul ciglio della strada di fronte al civico 8/e, due volanti appostate all’inizio e alla fine della strada e di contorno un freddo siberiano. Questa la situazione che stamattina si è creata davanti all’abitazione di due famiglie sotto sfratto (che stamptoscana aveva ampiamente documentato il diciannove dicembre 2011). Dalle prime sensazioni raccolte anche i più positivi, senza perdere le speranze, erano divenuti scettici a causa delle tante problematiche di ordine burocratico. In via Cavalcanti esistono varie unità immobiliari contigue, di un unico proprietario, che una volta destinate a depositi o box auto, sono state suddivise e adibite ad abitazioni per coloro che, versando in condizioni estremamente indigenti, necessitano comunque un alloggio. La distribuzione delle case è stata concessa a nuclei familiari, per lo più di nazionalità albanese, i quali per estrema necessità erano disposti a pagare un canone decisamente esoso, parliamo, per quanto riguarda l’affittuario Koleci Zija, di 870 euro mensili per un locale di circa 28 metri quadrati. Una situazione analoga anche per le altre famiglie che stanno vivendo in condizioni pessime e con la paura di essere sfrattate da un momento all’altro.
L’ufficiale giudiziario e l’avvocato del proprietario con decisione sarebbero stati propensi a eseguire lo sfratto immediatamente. Non era sufficiente il vedere con i propri occhi le condizioni dei vari locali per cercare soluzioni alternative. Certamente, le famiglie interessate avrebbero accolto con favore di lasciare le abitazioni in questione ma solo con la certezza di avere una sistemazione adeguata. La paura dell’esecuzione dello sfratto si sarebbe resa concreta se non fossero accorsi in aiuto delle famiglie l’Associazione Lotta per la Casa e Malika Yacout che hanno rilevato come le condizioni dei locali, accertate dai tecnici dell’ASL fiorentina (sopralluogo datato 23 dicembre 2011), non potessero essere adibite ai fini abitativi. Impugnando la certificazione Asl hanno, infatti, fatto notare come la stessa azienda sanitaria avesse sancito l’inesistenza di vani utili ai fini abitativi e che la presenza costante di umidità costituisce un grave pericolo e danno per la salute degli occupanti, definendo l’alloggio in condizioni di antigienicità assoluta. I due nuclei familiari interessati, da parte loro, hanno già fatto richiesta di essere inseriti nella graduatoria sociale per l’assegnazione di una casa, per tutti questi motivi l’ufficiale giudiziario ha deciso il rinvio dello sfratto al 15 marzo 2012. Una lieta notizia che allevia, per il momento le preoccupazioni delle famiglie che al meno per questo gelido inverno possono avere un tetto sotto il quale vivere.
Mentre le forze di polizia e gli avvocati si allontanano, noi abbiamo avvicinato Malika Yacout: “Questa di oggi è stata una giornata molto dura, la situazione stava assumendo caratteristiche negative per le due famiglie, fortunatamente grazie alle carte ufficiali dell’Asl e alle reali condizioni in cui versano le persone che abitano all’interno degli alloggi, siamo riusciti ad ottenere un rinvio di un mese e mezzo e a ribaltare la situazione a nostro favore – prosegue Yacout – La nostra lotta, comunque non finisce qua, infatti, abbiamo sottoscritto una richiesta di denuncia contro il proprietario dell’intero edificio. Perché non è possibile che degli immobili fatiscenti, destinati a depositi o box auto siano adibiti ad appartamenti con dei prezzi d’affitto irrazionali”.

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