Rigurgiti: una fetta consistente della sinistra radicale reggiana (dalla scarsissime percentuali elettive) promette battaglia contro Israele-Mekorot “il diavolo della segregazione razziale”

Sinistra in cortocircuito: dopo il blitz con lacrimogeni negli uffici Iren da parte di AQ16, a Casa Bettola (edificio pubblico dove il centro sociale risiede grazie ad una convenzione col Comune) si organizzano serate a tema dal vago sapore antisraeliano sempre sull’accordo Iren-Mekerot (ma le stragi di Putin passano in cavalleria). Forse sarebbe necessario un chiarimento interno, forse

Che la sinistra sia in totale o quasi cortocircuito è situazione conclamata da mesi e mesi. Il silenzio di gran parte di essa sul tentativo di genocidio di un popolo, quello ucraino, ad opera del russo Putin da circa un anno a questa parte, è piuttosto emblematico. La conferma definitiva, semmai ce ne fosse stato bisogno, almeno dalle nostre parti arriva da una prossima iniziativa di Casa Bettola, la Casa Cantoniera da cui pochi giorni fa è partito il blitz con irruzione negli uffici di Iren a suon di fumogeni e megafoni.

Tema, tra una piadina ed un panino come recita l’invito che riportiamo a fianco, “l’accordo Iren-Mekorot, sbagliato e disumano”, ovvero il recente patto firmato da Iren con l’azienda idrica israeliana Mekorot che la parte più radicale e, diciamolo pure, meno socialdemocratica dell’alleanza reggiana, ha da subito bollato come un accordo semidemoniaco. Anzi no, proprio “demoniaco”. In un comunicato di AQ16 infatti vengono definiti Israele-Mekorot “il diavolo della segregazione razziale” e “dominio sionista”. Solo gli ayatollah iraniani, Hezbollah e Hamas definiscono “diavoli” gli israeliani.

Tra i promotori anche esponenti del partito SI, Sinistra reggiana, che ha ottenuto percentuali scarsissime di consenso ma che alle ultime elezioni giocava in appoggio al Pd. Aderiscono anche Potere al Popolo (nessun eletto alle ultime politiche “grazie” ad un poco brillante 1,2% di consenso), Pr, Pc e le Donne in Nero. Dunque ricapitoliamo, Casa Bettola sopravvive grazie ad una convenzione con gli enti locali e nelle sue stanze al contempo si promuovono convegni che definiscono “criminali” le scelte politiche degli enti locali e le decisioni imprenditoriali della multiutility controllata al 52% dagli enti locali che li ospitano. Le conclusioni traetele voi.

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