Rigopiano: una tragedia che poteva e doveva essere evitata

Italy quake, Abruzzo hotel hit by avalanche snowOra che quel devastante cumulo di detriti e macerie ha restituito alla pietà ed al dolore dei famigliari i corpi delle 29 vittime che non ce l’hanno fatta, si potranno spendere due parole, nette e precise, su questo agghiacciante mix tutto italiano di responsabilità plurime (e come tali con la garanzia che non pagherà mai nessuno) senza incappare nell’accusa di sciacallaggio.

A partire dal fatto che quella struttura alberghiera non avrebbe dovuto essere lì, ai piedi del Gran Sasso e forse manco essere costruita, per proseguire col fatto che l’allerta neve soglia 4 (quasi il massimo della pericolosità) era stato puntualmente diramato (ma i turisti continuavano ad affluire), che le richieste di aiuto dal Rigopiano erano state lanciate, che nessuno però si sia preso la briga non solo di non ritenerle attendibili ma di pulire quel difficilissimo tratto di strada per permettere vie di fuga, mancando da quelle parti le benché minima turbina (costo di riparazione calcolato sui 15mila euro) necessaria ad una più rapida pulizia del passo. Precludendo a quella povera gente qualsiasi altra possibilità che non fosse la permanenza in struttura sperando in una miglior sorte.

D’accordo, si tratta di concausa eccezionale di eventi straordinari (nevicata “storica” e terremoto altrettanto) così come si può e si deve parlare, detto dell’eroismo commovente degli uomini del soccorso, di concausa eccezionale di disservizi, burocrazia e inefficienze di questo disastrato Paese.

Sarà cinico e soprattutto “populista” rapportare le cifre da un paragrafo all’altro a 29 corpi ancora caldi. Ma, per fare uno tra i tanti esempi che si potrebbero descrivere, sapete quanto percepiscono i 31 consiglieri regionali dell’Abruzzo tra stipendio e indennità varie? Tra i 12 ed i 14mila euro mensili a testa. Ironia macabra della sorte, quanto sarebbe più o meno costata la riparazione della turbina mancante.

Sarebbe servito ad evitare la tragedia? Non sappiamo, forse no. Ma fino a quando questi famigerati “costi della democrazia” (che sarebbe ingiusto mettere in rapporto diretto con chi ha perso la vita) avranno un valore economico che rischia di superare quello di 29 vite umane?

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