Rigenerazione umana: super patto istituzionale per “corridoi umanitari” alle ex Reggiane

Super patto tra istituzioni a tutti i livelli (ivi compreso l’onnipresente Vescovo Massimo Camisasca) per la creazione e la gestione di “corridoi umanitari” nell’area ex Reggiane

Alla rigenerazione urbana dell’Area Reggiane si affianca la rigenerazione umana – sociale, sanitaria, abitativa ed economica – nell’area delle ex Officine Reggiane, quella dismessa e abbandonata, in cui ha trovato alloggi di fortuna e spazi di vita un’ottantina di persone povere, migranti da Paesi non europei, che vivono di solito di espedienti e in alcuni casi di attività illecite.

Nell’area industriale abbandonata risultano presenti, in termini di regolarità giuridica, persone con situazioni legali sicure ma economicamente aggravate dall’ultima crisi economica, giovani richiedenti asilo, fuoriusciti dai percorsi di accoglienza, ai quali si aggiungono presenze meno stabili che trovano nell’area un rifugio occasionale; pertanto risulta necessario anche un controllo da parte delle forze dell’ordine in attuazione degli indirizzi del Comitato di ordine e di sicurezza pubblica.

Si tratta di uno degli insediamenti, definiti tecnicamente “informali”, più rilevanti dell’Emilia-Romagna.

INTESA – Ora anche per questa parte dismessa della vecchia fabbrica si avvia un percorso nuovo, sotto il profilo dell’assistenza e della coesione sociale, del recupero di condizioni di vita più accettabili e sicure, con la costituzione di ‘Corridoi umanitari locali’. Una soluzione valida non solo a livello internazionale, ma appunto utile anche a Reggio Emilia dove, come altrove, assieme alle persone sono immigrate anche povertà ed estrema marginalità.

Per intervenire, unire e coordinare le forze. Perciò Comune di Reggio Emilia, Azienda Usl, Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, Regione Emilia-Romagna e Stu Reggiane spa, hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione, per la realizzazione del progetto ‘Reggiane-Off’: fare sistema e realizzare azioni integrate, dando risposta alle condizioni di miseria, ai bisogni sociali, sanitari e di sicurezza insorti nelle ex Reggiane. L’obiettivo del Protocollo è di realizzare un modello di governance innovativo delle politiche e degli interventi, facendo leva sulle potenzialità di una alleanza pubblico-privata.

Si tratta della prima sperimentazione di questo genere in Italia, che consentirà di realizzare gli interventi in una cornice di dialogo, ascolto e mediazione con le persone coinvolte, rendendo gli effetti di tali azioni più efficaci e continuativi nel tempo. Si costruisce un progetto completo e organizzato, replicabile su altre realtà territoriali, anche in ambito regionale, con buone prassi di azione e sperimentazione di nuove modalità di intervento e quindi una nuova e più efficace metodologia in favore di immigrazione e marginalità.

Il Protocollo ha una durata di 12 mesi, rinnovabile per una altro anno.

NON DA ZERO – Con l’aumento delle presenze nell’area e l’utilizzo crescente di edifici fatiscenti della stessa quali alloggi occasionali, dal 2018 Comune, volontari (fra cui sacerdoti e diaconi cattolici), cooperative sociali del territorio e Caritas diocesana hanno predisposto presidi di aiuto, avviato contatti e relazioni. In particolare, un gruppo di volontari ha consentito la conoscenza più approfondita delle dinamiche interne e delle caratteristiche, storie, bisogni delle persone. Si è cercato di portare sostegno ove possibile.

Con la pandemia, è stata attivata una collaborazione con Ausl di Reggio Emilia sul piano socio-sanitario.

Tali presidi hanno portato un miglioramento della situazione, che tuttavia dovrà essere integrato con ulteriori strategie al fine di non pregiudicare i progressi raggiunti.

E’ coinvolta inoltre la Regione Emilia-Romagna, che ha individuato, tra gli obiettivi strategici del proprio Piano sociale e sanitario, la lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà; tale obiettivo è declinato nel Piano regionale per la lotta alla povertà con cui, anche rispetto al tema della estrema marginalità, sono stati definiti priorità e indirizzi per gli interventi territoriali in materia.

L’espandersi dell’epidemia Covid 19 ha creato una situazione di ulteriore degrado sanitario e sociale, che ha aggravato le condizioni dell’area e delle persone presenti, a fronte della quale risulta fondamentale una collaborazione ulteriormente strutturata e continuativa fra i soggetti impegnati alle ex Reggiane e con l’Ausl, sul piano del presidio e controllo sanitario.

Gli interventi consentiranno di intervenire anche sulle situazioni di illegalità consolidate nell’area, dando una risposta in termini di sicurezza urbana.

TUTTI PER UNO – I sottoscrittori, si legge nel Protocollo, “intendono promuovere la dignità della persona umana e non ritengono l’attuale situazione di degrado degli stabili degna di ospitare anche temporaneamente persone di qualsiasi nazionalità”.

Il Comune continua a gestire la complessa situazione, presidiando l’area e supportando le iniziative inclusive che le varie realtà operanti nel sociale hanno in corso; inoltre garantisce azioni di pulizia e di mantenimento delle condizioni igienico-sanitarie minimamente accettabili, di messa in sicurezza delle più evidenti situazioni di pericolo per l’incolumità fisica degli occupanti.

Si ha l’esigenza di attuare iniziative per la ricollocazione delle persone che occupano l’area, al fine di ripristinare le condizioni di legalità e, nel contempo, di affrontare, con umanità, la situazione di grande miseria in cui versano gli occupanti.

Il ricollocamento degli occupanti è condizione essenziale anche per la riqualificazione e rigenerazione complessiva delle Reggiane.

E’ confermato il ruolo di Stu Reggiane spa per la riqualificazione e rigenerazione, con la nuova attivazione di strumenti di partenariato, perseguendo gli indirizzi strategici individuati dal Comune.

L’assistenza alle persone in stato di necessità e indigenza rientra nella missione istituzionale della Caritas diocesana, che ha a cuore il soddisfacimento di quanto necessario allo sviluppo integrale dell’uomo. La Caritas, in collaborazione con Migrantes, da anni sostiene interventi caritativi e accompagna percorsi di sostegno morale e materiale di persone che vivono in situazioni di estremo disagio presenti alle ex Reggiane.

La partecipazione dell’ente ecclesiastico, Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, fa riferimento a quanto previsto dall’accordo di revisione del Trattato lateranense del 18 febbraio 1984 tra Stato e Chiesa che, tra l’altro, richiama “alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”.

LA CABINA DI REGIA – Per costruire i ‘Corridoi umanitari locali’, si costituisce una Cabina di regia, composta da rappresentanti delle istituzioni ed enti firmatari e dalla Prefettura di Reggio Emilia. La Cabina di regia coordinerà i diversi ruoli e competenze, la progettazione e realizzazione delle azioni integrate, riguardanti le condizioni del territorio e l’assistenza sanitaria e sociale delle persone con percorsi di inclusione; elaborerà periodicamente un documento contenente lo stato di avanzamento dei lavori che verrà visionato e analizzato durante ogni incontro; potrà instaurare strategie di fundraising per la ricerca di fondi da investire all’interno del progetto sulla base delle effettive necessità che si verranno a creare e per l’attuazione di interventi puntuali e collegati al progetto stesso.

CAMPI DI INTERVENTO – I campi di intervento sono sostanzialmente:

le persone: accoglienza e inclusione. Si tratta di azioni di individuazione costante e puntuale delle persone senza fissa dimora, avvio di una relazione con le stesse e loro accompagnamento in possibili percorsi di accoglienza, inclusione sociale e ospitalità. Inoltre, individuazione di possibili percorsi per l’accompagnamento al lavoro, al fine di favorire l’uscita da condizioni di degrado, favorire l’inclusione nella società ed evitare eventuali ripristini di situazioni irregolari;

gli spazi e gli immobili. Si tratta della risistemazione dei capannoni oggi accessibili in modo indebito, attraverso la chiusura o la riduzione degli spazi potenzialmente di nuovo occupabili al fine di evitare nuovi accessi irregolari. Questa azione è contestuale al trasferimento delle persone oggi presenti, operazione a sua volta connessa ai percorsi di accoglienza e inclusione delle persone;

l’area: sorveglianza e sicurezza. Attivazione di un servizio di presidio e vigilanza sull’intera area al fine di impedire o comunque ridurre e contrastare il permanere o lo svilupparsi di attività illecite.

 

 

 

 

Total
0
Condivisioni
Prec.
I risparmi del Consiglio regionale ai lavoratori dello spettacolo

I risparmi del Consiglio regionale ai lavoratori dello spettacolo

Firenze – L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha deciso di

Succ.
Palazzo Vecchio, Del Panta segretario generale all’Istituto Universitario Europeo

Palazzo Vecchio, Del Panta segretario generale all’Istituto Universitario Europeo

Firenze – Ultimo consiglio comunale per il consigliere Marco Del Panta,

You May Also Like
Total
0
Condividi