Firenze – Rigassificatore di Piombino, tre punti fermi sono stati fissati nella seconda riunione della conferenza dei servizi fissata: il primo, il tempo di permanenza nel porto di Piombino della nave rigassificatrice, il secondo, la collocazione della piattaforma off-shore, il terzo, quali e quante opere a compensazione saranno realizzate. A dare conto di questi tre punti, dopo poco più di 2 ore di riunione, ecco il presidente della Regione Eugenio Giani, nelle vesti di commissario straordinario nominato dal governo
Si chiude in due ore la riunione sull’opera pensata dal Governo per garantire cinque miliardi di metri cubi di gas l’anno essenziali per ridurre e supplire alla dipendenza dalle forniture russe e dunque contrastare l’aumento dei costi in bolletta. “Snam ha messo a verbale che la nave rigassificatrice Golar Tundra non rimarrà nel porto di Piombino per più di tre anni – dice il presidente – mentre la piattaforma off-shore, a cui sarà ormeggiata successivamente e la cui localizzazione è ancora oggetto di riflessione e studio, non sorgerà né davanti alla città di Piombino né di fronte al golfo di Follonica”.
Per quanto riguarda il “memorandum”, ovvero l’elenco delle opere a compensazione che Giani si è impegnato a sottoscrivere in un’intesa con il Governo, a questo punto, dovrà aspettare l’insediamento del nuovo esecutivo per la firma, ma sarà comunque formalizzato da subito in una delibera di giunta, nella stesura frutto delle interlocuzioni con gli attuali ministri.“Il memorandum, che pone le condizioni per assicurare al territorio una nuova stagione di sviluppo – riafferma Giani – è un elemento qualificante dell’autorizzazione”.
Nel memorandum di dieci punti c’è lo sconto di almeno il 50 per cento in bolletta, per tre anni, a vantaggio dei cittadini e delle aziende di Piombino e degli altri comuni compresi nell’area di crisi industriale complessa, ovvero anche Campiglia Marittima, San Vincenzio e Suvereto. Giani propone di estendere i benefici pure a Follonica, tutta la Val di Cornia e l’isola d’Elba. Ci sono, sempre nel memorandum, le bonifiche di cui si dovrà far carico lo Stato, attese da anni, anzitutto la bonifica della falda (costo aggiornato circa 88 milioni di euro) e dai detriti e scarti delle lavorazioni siderurgiche dell’alto forno: 500 mila metri cubi di terra da bonificare, auspicabilmente – nella proposta delle Regione Toscana – con un intervento di economia circolare.
La spesa potrebbe essere di almeno 200 milioni di euro. Ancora, la strada di accesso al porto, con una nuova viabilità esterna all’abitato della città. “Vogliamo che la nuova viabilità che completa la 398 sia presto realizzata” dice Giani: 71 milioni di euro il primo lotto in carico ad Anas, altri 65 per il secondo.
Nella lista c’è anche il parco delle rinnovabili (fotovoltaico ed eolico sulle aree demaniali del promontorio, e idrogeno verde, con un finanziamento già richiesto di 100 milioni di euro), oltre a investimenti sul porto e per la salvaguardia di pesca, itticoltura e turismo, il riconoscimento di Piombino come zona logistica semplificata e zona economica speciale od equivalente (con 10 milioni di possibili agevolazioni fiscali per le imprese), un fondo da 30 milioni di euro per altre agevolazioni ed investimenti (ma anche politiche attive) e un milione l’anno ai parchi archeologici della Val di Cornia.
“Il metodo con cui stanno procedendo i lavori è quello giusto” si dice soddisfatto Giani. Confermato al momento il calendario dei prossimi incontri: il 13 ottobre la riunione a Roma di tutti gli enti statali, il cui parere sarà espresso attraverso un rappresentante unico, e il 21 ottobre di nuovo a Firenze per concludere la conferenza e dar modo al presidente della Toscana Eugenio Giani, nelle vesti di commissario straordinario nominato del Governo, di esprimere un parere entro il 27 ottobre.
“Sto vedendo – prosegue – un lavoro molto costruttivo e serio da parte di tutti, che si stanno impegnando nell’interesse generale del buon andamento di una vicenda che tocca tutti gli italiani”. “Sono ottimista che uno ad uno possano sbrogliarsi tutti i nodi – conclude – e che si possa arrivare alla fine alla realizzazione dell’intero progetto Piombino, che vuol dire la nave rigassicatore in porto per tre anni, la piattaforma off-shore dove sarà ormeggiata successivamente ma anche le opere di compensazione per ridare prospettive di sviluppo al territorio”.