Firenze – Al Teatro di Rifredi, giovedì 12 e venerdì 13 gennaio, ore 21, è in scena in prima regionale La tragica storia del dottor Faust, rivisitazione di Giovanni Ortoleva da Christopher Marlowe della storia dell’uomo che vendette l’anima al diavolo, con Francesca Mazza, due volte Premio Ubu come attrice, nel ruolo di Faust, ed Edoardo Sorgente, giovane promessa del teatro italiano, in quello di Mefistofele.
Un testo provocatorio, visionario e senza tempo, riletto in chiave contemporanea: la riscrittura di Giovanni Ortoleva fa deflagrare la tragedia nella commedia. La storia di Faust, tra diavoli patti di sangue e colpi di stato, si dimostra, ancora una volta, una storia che parla di noi.
È il sogno di un’onnipotenza senza tempo a intrappolare Faust, l’uomo che vende l’anima a un diavolo sempre diverso, pericolosamente multiforme, ma in fondo sempre uguale, epoca dopo epoca.
Fiorentino, classe ’91, Ortoleva è laureato in Psicologia Cognitiva all’Università di Trento e diplomato in Regia Teatrale alla Scuola Paolo Grassi di Milano, già ospite alla Biennale Teatro di Venezia con Saul di André Gide e il fassbinderiano I rifiuti, la città e la morte. Insieme a La tragica storia del dottor Faust, una trilogia della rivolta in chiave contemporanea: «Tre personaggi che si sono ribellati alla parola di Dio – spiega – Faust è uno spettacolo bizzarro, animato, veloce, con una parte visiva molto forte, un mondo di burattini. Commedia, cabaret, tragedia, Faust è un uomo che vuole tutto, che può ottenere tutto, andare ovunque: nel suo disorientamento ho ritrovato molto del nostro tempo».
Stufo della sua vita da studioso, il dottor Faust firma un patto con il diavolo: se per ventiquattro anni i suoi desideri saranno esauditi dal diavolo Mefistofele, l’anima di Faust apparterrà per l’eternità a Lucifero. Ma cosa vuole chi può avere tutto? E cosa lo attende, alla fine del tempo? Rimasto incompiuto per la morte di Marlowe, che alcuni ritengono dovuta proprio all’accusa di profanità, il testo è filosoficamente denso e visivamente ricchissimo, la morality play medievale si scontra con la complessità della tragedia e il conflitto tra due idee di teatro (e di mondo) si gioca sulla pelle di un personaggio destinato a influenzare alcuni tra i più grandi autori di sempre, come Wolfgang Goethe e Thomas Mann.
Ma perché una donna nel ruolo di Faust? «Non esiste un motivo per cui oggi debba essere un uomo, essere uno studioso non è più appannaggio maschile – risponde Ortoleva – ho chiesto a Francesca Mazza di interpretare Faust per poter interrogare insieme l’identità di questo eroe fallico e amorale, del tutto sui generis, e a Edoardo Sorgente di moltiplicarsi nel ruolo di Mefistotele. Facciamo incontrare Marlowe con il nostro tempo in un grande teatro di burattini, cercando di scoprire dove ci toccano oggi le sue visioni. Faust parla di libertà di scelta e di pensiero, di quanto e se siamo padroni delle nostre azioni. Chi è il diavolo? Il diavolo siamo noi».
Giovanni Ortoleva rivisita così la storia di Faust che vendette l’anima al diavolo per raccontare la storia di un grande inganno. L’inganno di cui è vittima uno studioso convinto di poter diventare padrone degli elementi, la cui vera colpa non è tanto aver venduto l’anima, quanto non riuscire a pentirsi del suo tragico errore.
Foto di Giulia Lenzi