E’ partito da Parma il tour emiliano del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi per spiegare e promuovere la riforma della Costituzione che il prossimo ottobre verrà sottoposta a referendum. Due incontri per l’esponente dell’esecutivo guidato da Renzi, da giorni al centro delle polemiche per alcune frasi sui partigiani e sulla posizione dell’Anpi in merito alla riforma costituzionale.
La Boschi ha spiegato i dettagli della riforma prima all’Unione parmense degli industriali, poi nella sala Righi della Tep in un incontro con il Pd cittadino e provinciale.
Due incontri totalmente blindati, a dispetto di una protesta che non si annunciava dura e che nei fatti è consistita in un pacifico presidio di una ventina di esponenti del comitato per il No nei pressi del monumento alle Barricate del 1922 in piazzale Rondani.
Nella sede della Confindustria locale la Boschi ha legato l’appello a votare sì al referendum confermativo alle ricadute positive che la riforma potrebbe avere in materia di “stabilità del sistema politico, efficienza, semplificazione ed eliminazione delle lungaggini. Anche per il mondo produttivo – ha affermato il ministro – sarà fondamentale sapere che le decisioni della politica grazie alla riforma saranno prese in tempi certi”. Un riferimento all’eliminazione del bicameralismo paritario, e dell’allungamento dei tempi legislativi che questo ha portato negli ultimi 70 anni oltre all’instabilità politica. “Abbiamo avuto finora (dalla fondazione della Repubblica, ndr) ben 63 governi – ha ricordato la Boschi – e molte delle procedure di infrazione che oggi ci infligge l’Europa sono dovute ai tempi lunghi del ping pong parlamentare”. Al mondo delle imprese, il ministro delle Riforme ha ricordato che “un Senato autonomo e slegato dal rapporto fiduciario con il governo potrà controllare meglio l’attività di quest’ultimo, portando il punto di vista delle autonomie locali che vi saranno rappresentate”. Ma l’accento è stato posto anche sulla riforma del Titolo V – relativo alle competenze dello Stato rispetto agli enti locali, in particolare alle Regioni – con “il ritorno in capo allo Stato di molte competenze, dai trasporti alle politiche energetiche. Oggi un auto trasportatore che viaggia per l’Italia è costretto a chiedere un permesso diverso per ogni Regione che attraversa”. Senza contare “la scarsa attrattività del Paese nei confronti degli investitori esteri, a causa delle lungaggini e dell’indeterminatezza che caratterizzano il nostro attuale sistema”.
Nel complesso, la Boschi ha definito la riforma una “scelta non rinviabile. In caso di blocco, cioè di vittoria del no a ottobre, non ci saranno altre occasioni a breve per riformare la Costituzione. Oggi c’è solo la scelta tra sì e no, non si può più dire sì ma a patto che cambi qualcosa. Spero che riusciremo a convincere gli italiani a compiere una scelta sul contenuto, non vogliamo un giudizio di simpatia sul governo”. Giudizio che “se tutto andrà come ci auguriamo, arriverà nel 2018”.
Giudizio positivo sulla riforma costituzionale da parte del presidente dell’Unione industriali di Parma Alberto Figna. “Condividiamo – ha detto – la semplificazione e la maggiore efficienza del Parlamento che discendono da questi cambiamenti. Positive anche le modifiche al Titolo V”.
Nessuna battuta del ministro a margine dei due incontri, e quindi nessun commento sulla polemica che negli ultimi giorni l’ha vista bersaglio delle critiche di parte dell’Anpi. Dal segretario regionale del Pd Paolo Calvano è arrivato l’invito agli iscritti a compiere ogni sforzo “per spiegare la riforma ai cittadini. Perché quando la conosceranno nei dettagli difficilmente voteranno no”.