Riforma della scuola: “Occasione perduta”

Firenze – Si è tenuto ieri, presso la saletta dell’Arci in piazza dei Ciompi, un appassionato dibattito a più voci che ha avuto come oggetto “il punto” sulla riforma della scuola conosciuta col nome di “Buona scuola”. Organizzato dai giovani componenti del comitato Arianuova di Possibile, ha visto il contributo non solo di relatori molto diversificati e rappresentativi, fra cui sia esponenti del corpo docente che genitori che studenti, ma anche una forte partecipazione del pubblico, che ha riempito la saletta messa a disposizione dall’Arci.

A prendere la parola, dopo la presentazione del portavoce del comitato Arianuova Marco Filippini, sono stati i rappresentanti del comitato genovese di Scuola Possibile, seguiti da Arianna, che ha parlato sia per la Rete degli Studenti medi sia per l’Udu (unione degli universitari) la cui rappresentante non poteva essere presente, Lorenzo per gli Studenti di Sinistra, il professore del liceo Castelnuovo Stefano Guigli, che si occupa di quella particolare novità che è il sistema scuola-lavoro, il professore del liceo Michelangelo Paolo Scarcelli. 

Fra le molte criticità emerse, in particolare sono state evidenziate da un lato, l’impostazione che vorrebbe esaltare il “merito”, ma che finisce per non riempire di significato né un concetto di per se’ nebuloso come “merito” (declinato sui ragazzi, può semplicemente tradursi nel conteggio dei buoni voti? E sul docente, conta la sua severità, la sua indulgenza, il suo grado di preparazione tecnico, la sua capacità di empatia con la classe, il suo essere in grado di proporsi maestro di vita? E per quanto riguarda la scuola, si tratta del conteggio di quanti sono i bocciati, quanti i promossi, del numero dei “geni”, delle competenze acquisite, della capacità acquisita dallo studente di “giostrarsi” nella sua esistenza accademica, professionale, esistenziale? …) né spiega i criteri con cui farlo emergere, questo fumoso merito, dall’altro l’incapacità della scuola inserita nel lavoro di rappresentare nella sua complessità e nella sua ferocia un mondo che viene offerto in una veste “ideale” sganciata dalla realtà, divenendo di fatto fuorviante invece che trasformarsi in un contributo reale. Sul tema, interessante l’esperienza portata dal professor Guigli sugli accordi stretti con alcune istituzioni pubbliche e culturali della città per avviare questi rapporti scuola-lavoro (che non sono stages, come tiene a sottolineare il professor Alberto Macrì del comitato genovese), in particolare per quanto riguarda gli accordi stretti con la Geo&Oils.

Per quanto riguarda gli studenti, molto interessante la rivendicazione da parte degli studenti medi di spazi di confronto che, corrosi negli anni, relegano sempre più gli studenti a parte passiva della scuola, tendenza ancora più rafforzata dalla trasformazione degli apici amministrativi in “dirigenti d’azienda” e della struttura scolastica in una struttura imprenditoriale. Mancano gli spazi, ma manca anche l’investimento nella scuola, per il sostegno al diritto allo studio ad esempio, come sottolinea il rappresentante degli studenti di sinistra per l’università, facendo riferimento non solo alle tasse in crescita, ma alla sempre più rarefatta presenza di borse di studio, di agevolazioni per fasce di reddito, di aiuti concreti come la possibilità di accedere alle residenze universitarie, possibilità massacrata, ad esempio, dalla nuova valutazione dell’Isee.

buona scuolaE infine, dai numerosi interventi da parte del pubblico, è emerso in buona sostanza che ciò che si recepisce principalmente da quella che “vorrebbe spacciarsi per riforma, ma non lo è, riforma, in quanto non ha toccato i cardini della struttura” (parole dell’insegnante del comitato genovese Macrì), è una enorme confusione. Non solo: è anche una grandissima, bellissima, “occasione perduta”.

 

 

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