Riforma della sanità toscana, fra risparmi e tsunami della cronicità

Firenze – La riforma della sanità toscana è stato uno dei più recenti e dei più importanti provvedimenti approvati dal Consiglio regionale in questa fine legislatura. Come dice il titolo della legge (“Disposizioni urgenti per il riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale) la Regione intende procedere celermente attivando il processo di riforma che è indubbiamente complesso ma che ha la necessità di adeguare il sistema sanitario pubblico alle nuove esigenze e ai nuovi scenari. Su questo tema Stamp ha interpellato  Simone Naldoni, che è stato relatore della nuova legge regionale.

 Nella sua relazione in Consiglio regionale ha parlato di “tsunami delle cronicità”.. cosa significa?

“Per tsunami della cronicità si intende quel fenomeno epidemiologico relativo alla prevalenza della malattia cronica rispetto a quella acuta, che richiede cure lunghe e costose tali da mettere in crisi alla lunga la sostenibilità del sistema socio sanitario nazionale. Fortunatamente si vive di più e le malattie acute mortali sono in diminuzione grazie ai progressi della scienza e della assistenza; studi recenti hanno dimostrato però che il pericolo di sostenibilità del sistema sembrerebbe non così incombente e viene dunque il sospetto che periodicamente si gridi al pericolo per introdurre nel sistema sanitario pubblico e universalistico forme privatistiche che lo snaturerebbero. Io sono invece, grazie anche a questi nuovi studi, per riaffermare la sostenibilità del nostro sistema socio sanitario che è certamente una delle poche cose delle quali possiamo andar fieri nel mondo”.

 Ha detto che il problema dei risparmi è anche quello di una dimensione di scala più opportuna. Perché?

“La dimensione di scala serve per sfruttare al meglio la tecnologia sanitaria, che è assai costosa e non disperdere energie. È inutile comprare troppa tecnologia, occorre sfruttare al meglio quella che abbiamo aumentando la popolazione di riferimento, magari aprendo gli ambulatori e i servizi di diagnostica anche la sera o i fine settimana, in modo da sfruttare al meglio e con numeri più elevati di casistica la nostra tecnologia”.

 Quali devono essere le caratteristiche della sanità pubblica in toscana?

“La sanità pubblica deve essere non solo appropriata, cioè fornire quello di cui c’è bisogno quando il bisogno si esprime, ma anche dimostrare efficienza e eliminare gli sprechi. Inoltre dobbiamo fornire a tutti i cittadini toscani al di là della loro cultura o fascia di reddito, la possibilità di curarsi con la stessa qualità; sappiamo che chi ha una maggiore cultura e ha un reddito più elevato accede a cure migliori anche nelle sanitá pubbliche ed universalistiche, perché ha la capacità di scegliere il meglio all’interno dell’offerta sanitaria e perché conduce stili di vita migliori. Il nostro sistema ha il dovere di offrire a tutti la possibilità di curarsi al meglio, questa è la sfida moderna alle ineguaglianze di salute”.

Un’organizzazione sindacale di pensionati ha sollevato il problema della sostanza addensante necessaria agli anziani che non riescono a deglutire e che le Asl non passano più… non è un farmaco in senso proprio ma a questi anziani è essenziale per poter bere e la spesa non è certo di poco conto.. non sarebbe il caso di mostrare un esempio concreto di integrazione socio-sanitaria?

“Bere è una necessità primaria e chi non ha la possibilità di farlo se non attraverso l’addensante non può essere costretto a spendere così tanti soldi soprattutto se vive in una condizione di precarietà. Occorrerà studiare la cosa, valutarne gli effetti sul bilancio regionale, ma sono convinto che si possano introdurre delle facilitazioni soprattutto per alcune fasce di reddito”.

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