Firenze – Riforma Arpat, la Toscana dice sì. Il disegno di legge è stato approvato a maggioranza, con l’asetensione delle opposizioni e disegna un’Agenzia per la protezione ambientale funzionale alla Regione, ma con più autonomia organizzativa e gestionale che potrà contare anche su un’implementazione della pianta organica nel triennio 2019-2021. Il testo votato non è quello originario proposto dalla Giunta, nel suo iter legislativo, infatti, subisce cambiamenti soprattutto sotto il profilo delle funzioni, delle finalità e della natura. In particolare si applicano modifiche presentate dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), per trovare quel “giusto equilibrio chiesto in fase di consultazione da sindacati, personale e dirigenti della stessa Agenzia”. Sono stati riformulati gli articoli che definiscono “finalità e funzioni” di Arpat (articolo 2), “natura” dell’Agenzia (articolo 3), “attività di controllo ambientale” (articolo 7), “attività di supporto scientifico” (articolo 9), “articolazione organizzativa” (articolo 20), “disposizioni sul personale addetto alle attività di ispezione e vigilanza” (articolo 27), “informazione e comunicazione” (articolo 29). La nuova Arpat non sarà un ente “meramente strumentale della Regione”, spiega Baccelli. “Avrà personalità giuridica di diritto pubblico, avrà autonomia tecnico-scientifica, amministrativa”.
Il combinato disposto tra questa legge e le innovazioni normative di livello nazionale, in particolare per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta), permetterà lo sblocco del turnover e quindi l’assunzione di “circa 65 persone a tempo indeterminato nel prossimo triennio”, dichiara Baccelli in sede di illustrazione, anche se sul punto lo stesso presidente di commissione spiega: “In tema di assunzioni si possono fare solo se economicamente sostenibili. Inoltre, a mio giudizio, Arpat deve fare uno sforzo ulteriore per reperire risorse esterne, in particolare dalla Ue”.
Ed è Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Firenze a Sinistra che aveva presentato un disegno di legge sul tema, riassunto in gran parte dal testo votato oggi, a rimbeccare Baccelli: è “inutile aver eliminato il blocco del turn over se poi non si danno risorse per le assunzioni di nuovo personale”. Inoltre, “È ovvio, per la natura della sua attività, che Arpat viva del contributo della Regione ed è difficile reperire finanziamenti europei se non si ha personale da dedicare a questa attività”.
Il disegno di legge presentato dal gruppo guidato da Tommaso Fattori è decaduto vista l’approvazione del testo della maggioranza (entrambi gli atti sono stati trattati in commissione Ambiente a partire dallo scorso marzo). Al testo approvato dalla maggioranza, era collegato anche un ordine del giorno firmato dal capogruppo Pd, Leonardo Marras e dalla consigliera Elisabetta Meucci (da oggi passata alla nuova formazione politica Italia Viva). Anche l’ordine del giorno è stato approvato a maggioranza. L’atto impegna la Giunta ad “attivarsi presso il Governo perché sia data piena attuazione alla legge 132/2016” in particolare per “l’istituzione del sistema nazionale a rete e la disciplina dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”.
Approvato sempre a maggioranza anche il bilancio di esercizio 2018 di Arpat. Il conto economico registra un utile pari a 1milione 441mila 170 euro. Il valore della produzione, al 31 dicembre 2018, è pari a 50milioni 89mila 90 euro e presenta un incremento dello 0,75 per cento rispetto all’esercizio precedente. I contributi in conto esercizio provenienti dalla Regione sono pari a 46milioni 931mila 232 euro (in aumento di 145mila 612 rispetto al 2017). I costi della produzione ammontano a 46milioni 445mila 142, con un incremento dell’1,35 per cento rispetto all’esercizio precedente. Il personale, al 31 dicembre 2018, risulta di 688 unità (64 per la dirigenza e 591 per il comparto). In termini di variazione della forza lavoro, si registra una riduzione numerica complessiva di 14 unità, con una variazione tra comprato e dirigenza (-2 nella dirigenza e -12 nel comparto). Il costo del personale ammonta a 33milioni 721mila 138, in aumento di 299mila 20 (0,89 per cento) rispetto al 2017.