I vincitori “morali” dell’ultimo Festival di Sanremo, quelli de Lo Stato Sociale, hanno gremito all’inverosimile il centro Malaguzzi di Reggio in occasione della commemorazione dell’Eccidio delle Reggiane (28 luglio ’43).
Circa 4mila persone infatti hanno ballato sulle note del gruppo bolognese salito alla ribalta per le tonalità scanzonate e la musicalità immediata condita però da temi spesso di stretta attualità e socialità scottante: il precariato, le disuguaglianze, la marginalità, l’omologazione culturale, l’integrazione.
“La nostra memoria sarà la vostra condanna” ha esordito Alberto Cazzola, una delle voci del gruppo, nel sottolineare il valore emotivo e simbolico della serata prima di dare il la, assieme agli altri componenti del gruppo, alla scaletta della serata scandita dai brani di maggior successo, da Buona Sfortuna alla popolarissima Una vita in vacanza, che ha fatto conoscere lo Stato Sociale al grande pubblico. Poi è stata la volta di Niente di speciale e di Linea30, brano dedicato alla strage di Bologna.
L’iniziativa, a ingresso libero, è stata organizzata da Arci, Cgil, Comune, Centro Malaguzzi e Istoreco, che da parte sua ha proposto, prima del concerto, visite guidate sui luoghi dell’eccidio.
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LA CURIOSITA’ (dalla musica alla politica). La settimana scorsa, a Bologna, la band è finita nel mirino di una consigliera comunale Pd, Raffaella Santi Casali, che critica il coinvolgimento del gruppo musicale in un progetto del Comune dedicato ai “neet”, i giovani tra i 18 e i 25 anni che non studiano e non lavorano. “Sono ragazzi di ottima famiglia – ha detto l’esponente dem, secondo quanto riporta il quotidiano “La Repubblica” -, nella maggior parte dei casi consistentemente foraggiati da genitori con ottime possibilità economiche, che ora hanno trovato un buono spazio”. Di conseguenza, non è il massimo che siano loro a rivolgersi ai ‘neet’, i quali innanzitutto devono “capire che la vita è nelle loro mani e che senza fatica non si fa niente”. Ai ragazzi “quello che arriva di più è il subliminale”, continua Santi Casali, di conseguenza preoccupata per il messaggio a suo dire lanciato da musicisti che “sfondano con una canzone in cui si parla di stare una vita in vacanza”, perché intorno “tutti gli altri lavorano”.
Dichiarazioni “sgradevoli” e “inopportune”. Non si è fatta attendere la risposta de Lo Stato Sociale, che con un duro post su Facebook di Alberto Bebo Guidetti ha replicato alle curiose parole della consigliera comunale Pd: “Non ho bisogno di mostrare il Cud della mia famiglia per potermi permettere di parlare di certi argomenti, così come non ne ha bisogno Lodo o nessuno di noi cinque. Basta lo scontro generazionale che è in atto a spiegare sufficientemente bene i perché di certe frasi e di certe richieste. Non entro nel merito della sgradevolezza e dell’inopportunità di dichiarazioni del genere da parte di un consigliere comunale perché la pietà è tanta. Mamma operaia e papà autista degli autobus in un Novecento in cui ciò era sufficiente per aprire un mutuo trentennale e comprarsi, a 45 anni, la prima casa. Sicuramente ottime possibilità economiche rispetto al mondo di merda che ci ha consegnato la generazione di Raffaella Santi Casali e il suo partito dopo decenni di politiche sempre e solo a favore del mercato, della distruzione del diritto allo studio e al lavoro, della smobilitazione del welfare”.