Anche a causa dell’età avanzata, fatico molto a piegarmi. La mattina la semplice operazione di infilarmi le calze è una lotta che spesso mi vede sconfitto. Anche il taglio delle unghie dei piedi da tempo risulta difficile. Ho tentato di risolvere il problema acquistando una lunga lima da ferro che mi consentisse almeno di accorciarle un poco senza piegarmi allo spasimo, ma anche così non ottenevo risultati soddisfacenti. (Mi rendo conto che queste mie piccole traversie non interessano nessuno, ma mi servono per introdurre un argomento che riveste un certo interesse, così proseguo).
Ho poi scoperto che per modica cifra, IVA inclusa, potevo rivolgermi a un centro dove gentili operatrici tagliavano e limavano con singolare perizia; il mio problema era risolto.
Nel locale dove questa operazione veniva compiuta ho notato in bella vista, sulla parete, un grande poster che illustra la Riflessologia plantare. Si tratta – secondo i suoi sostenitori – di una tecnica curativa che prende spunto dall’antica medicina tradizionale cinese; secondo altri risale all’antico Egitto.
La tecnica si baserebbe sui concetti di riflessologia ed energia. Il principio di base è quello secondo cui sulla pianta del piede si riflette ogni altra parte del nostro organismo, come se si trattasse di una specie di mappatura di ogni singolo organo interno o apparato. In termini più scientifici, si può dire che ogni zona della pianta del piede è connessa, tramite una terminazione nervosa, a una parte della colonna vertebrale, che a sua volta la mette in contatto con un organo. Di conseguenza, ogni tipo di stimolazione o manipolazione eseguita su una parte del piede si andrà a riflettere, con effetti positivi o negativi, sull’organo a essa collegato. Il poster infatti contiene la mappa plantare dei punti riflessi, cioè i punti della pianta del piede collegati ad alcune parti del nostro corpo, su cui si possono esercitare delle pressioni per ottenere benefici effetti.
Con la riflessologia plantare sarebbe possibile alleviare il mal di testa e il mal di schiena, ridurre lo stress, sciogliere la tensione alle spalle, persino mitigare i sintomi del raffreddore.
In rete si trovano molti articoli che illustrano, in modo più o meno simile, la tecnica, i suoi pregi e i buoni risultati che si ottengono; tutti concordano che attraverso il massaggio dei piedi si possono prevenire e curare molte patologie in tutto il corpo. Sono elencati anche molti centri che la praticano, con le relative tariffe.
Alcuni anni fa anche Carlo, principe di Galles, paladino controverso della medicina alternativa, in un suo libro (Harmony: A New Way of Looking at Our World.) si pronunciò a favore di questa tecnica: “the subtle signs of imbalance revealed by the examination of the feet”; His Royal Highness si spinse a sostenere: “I have also learnt from leading experts how we can understand a great deal about the causes of ill health through more traditional methods of diagnosis — for example, through examination of the iris, ears, tongue, feet and pulse, very much the basis of the Indian Ayurvedic system.”
Tuttavia nessuno studio di anatomia o di fisiologia ha mai mostrato la presunta connessione tra le varie zone plantari e i vari organi. Di conseguenza, basandosi sul principio di causalità, si potrebbe tranquillamente concludere che, al pari delle altre medicine alternative (agopuntura, omeopatia, fitoterapia, floriterapia, medicina ayurvedica, aromoterapia, chiropratica, nuova medicina germanica, fiori di Bach, pranoterapia, iridologia,ecc.)anche la Riflessologia plantare non può avere altra efficacia diagnostica o curativa se non un effetto placebo.
Recentemente ho letto di un test accurato, effettuato nel 2000 (A blinded investigation into the accuracy of reflexology charts.), per verificare la vantata efficacia diagnostica di questa tecnica. Furono scelti otto adulti affetti da uno o più sintomi; due reflessiologisti, che ignoravano lo stato degli otto soggetti, esaminarono i piedi di ognuno di loro e si espressero sulla presenza, o meno, dei sei sintomi. Risultò che i reflessiologisti non erano in grado di individuare i sintomi presenti e che non erano nemmeno in accordo tra di loro. Conclusione: “Despite certain limitations to the data provided by this study, the results do not suggest that reflexology techniques are a valid method of diagnosis.”
Ho rinunciato di fornire queste informazioni alle operatrici del centro estetico: per fare bene il lavoro che gli dà il pane è meglio che siano convinte della efficacia della Riflessologia; dopotutto il loro trattamento della pianta del piede non fa danno. Anzi, ciascuno di noi avrà sperimentato con il/la proprio partner quanta gioia dà un intenso, prolungato massaggio ai piedi.
Attenzione però a generalizzare che le Medicine alternative (o non convenzionali) non fanno danno. Uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics e basato su un sondaggio nazionale statunitense che ha coinvolto un campione di novemila ragazzi mostra che solo il 33% dei bambini di famiglie dove si ricorre alla cosiddetta medicina non convenzionale, come l’agopuntura o l’omeopatia, viene anche vaccinato contro l’influenza, una percentuale inferiore a quella di famiglie che non si avvalgono di cure non convenzionali.
Qualche caso più drammatico; a Rimini una giovane madre ha rifiutato la chemioterapia perché voleva seguire le teorie del dottor Hamer (la nuova medicina germanica) e, il 29 agosto, è morta di una forma di leucemia che è curabile con antibiotici; a Padova una ragazza diciottenne è morta di leucemia dopo che i genitori e lei stessa avevano rifiutato la chemio sostenendo il `metodo Hamer.
PS – Prima di inviare questo pezzo per la pubblicazione on-line, l’ho sottoposto ai miei figli e nipoti per una revisione critica. In linea di massima sono d’accordo; qui trascrivo alcune delle loro osservazioni critiche:
Oss. 1 – Toglierei i riferimenti tra parentesi ad altre terapie alternative, per non fare d’ogni erba un fascio e non colpire altre sensibilità senza gli argomenti diretti.
R. – Le lascio perché, pur conscio della difficoltà di scuotere la fede nelle Medicine alternative, intendo proprio mettere in evidenza l’ampiezza dell’offerta e la varietà dei metodi proposti, che di per sé dovrebbero essere un indice della loro inattendibilità.
Oss. 2 – Cercherei più di un esperimento che ne smentisca la fondatezza. A ruoli invertiti, un singolo esperimento su 8 soggetti che dimostrasse l’efficacia della tecnica non mi convincerebbe, soprattutto a causa del campione troppo esiguo.
R. – Concordo. Tuttavia, unito alla considerazione sulla inesistenza di connessioni tra le varie zone plantari e i vari organi, mi sembra che il discorso sia convincente.
Oss. 3 – A volte, riflettendo sui benefici delle terapie alternative, penso che i benefici che la gente sente potrebbero venire sí dalla terapia, ma per motivi collaterali che non hanno a che fare con la mistica pseudoteoria che si usa per giustificarla. Cerco di esemplificare… Nel caso della riflessologia, o dei massaggi ai piedi -che io adoro-, penso che rilassano tanto, e che, a volte, a seconda di dove chi massaggia preme, si sente un brivido che ricorre il corpo, fino alla schiena, o il collo, o la mano… Non so se ciò vuol dire che ci sia una connessione nervosa, ma potrebbe certamente portare tanti a credere che sia cosí. Io penso che il contatto físico, il rilassarsi, il fatto di darsi un tempo “fuori dal mondo”, in un contesto dedicato a sé stessi, possono essere fonte di guarigione e benessere molto oltre all’effetto placebo. Vuol dire che la riflessologia è vera? Forse no, ma vuol dire che ci può essere chi ne tragga un beneficio vero, per cause parallele.
R. – Concordo.
Oss. 4 – Mi piace molto come cominci, e sono pienamente d’accordo con il contenuto, ma non so se letto da qualcuno che crede alla riflessologia lo spingerebbe ripensarci…
R. – Concordo. Aggiungo che il rapporto “medico” paziente, che in genere è personalizzato e umanamente caldo, è di per sé appagante e può favorire l’effetto placebo.