Rifiuti: un tavolo regionale sugli impianti sequestrati dalla magistratura

Firenze – Dopo il  sequestro dell’impianto biogas di Case Passerini ed l’applicazione dei sigilli a 4 vasche di contenimento (cd. laghetti) nei pressi della discarica dismessa di Bosco ai Ronchi,  Alia Servizi Ambientali SpA precisa ha reagito sottolineando che “il provvedimento di sequestro, peraltro predisposto nel mese di febbraio, è stato eseguito solo ieri e consente l’esercizio dell’impianto. Alia SpA ha già provveduto, circa un anno fa, ad inoltrare alla Regione Toscana la richiesta di modifica non sostanziale per l’utilizzo di nuove torce per la combustione del biogas”.

Le nuove torce sono sufficienti alla combustione del biogas prodotto dalla discarica di Case Passerini che ormai tende all’esaurimento -prosegue la nota di Alia – Nel corso degli anni la portata di produzione di biogas è diminuita; Alia ha effettuato lavori di efficientamento al fine di poter utilizzare il più a lungo possibile il cogeneratore ricorrendo, poi, e comunicandolo, all’utilizzo delle torce, comunque anch’esse troppo grandi rispetto al biogas residuo. Pertanto, l’azienda è in attesa dell’autorizzazione definitiva che permetterà l’installazione delle nuove torce, che sono già disponibili”.

Per quanto riguarda quelli che sono stati definiti laghetti della discarica di “Bosco ai Ronchi”, si tratta di apposite vasche di contenimento del percolato, ovvero bacini dove il percolato viene stoccato prima dello scarico nella pubblica fognatura. Il sistema di stoccaggio del percolato si compone complessivamente di 6 bacini: due dei quali, per caratteristiche ed utilizzo, impermeabilizzati. Dal 37° anno di post gestione della discarica è anche autorizzata l’immissione diretta del percolato nel sistema di pubblica fognatura, senza cioè il ricorso al sistema esclusivo di stoccaggio, e successivamente allontanato mediante autobotti verso impianti esterni. L’ultimo conferimento di rifiuti nel sito di Bosco ai Ronchi è avvenuto il 30/09/1971. La discarica è pertanto è chiusa da 47 anni. Secondo la normativa europea dopo 30 anni di post gestione non si parlerebbe nemmeno più di discarica.

Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana  ha auspicato “nel rispetto del lavoro della Magistratura ed a fianco della nostra azienda associata, che le indagini si concludano rapidamente. Teniamo a sottolineare che il sistema delle imprese pubbliche rappresenta un presidio di legalità in Toscana in un settore che invece evidenzia opacità e ombre. Al tempo stesso chiediamo alla Regione di definire immediatamente un tavolo con i gestori per verificare caso per caso ed impianto per impianto le criticità, e definendo le soluzioni più adeguate ed eventuali percorsi transitori”.

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha accolto “la richiesta di convocare un tavolo con i gestori per verificare, ‘caso per caso’ e ‘impianto per impianto’, le criticità e definire, nel rispetto della legge e nell’interesse dell’ambiente e della salute dei cittadini, le soluzioni e gli interventi più appropriati”.  “Faccio inoltre presente – ha detto Rossi – che proprio oggi il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto sull’economia circolare che prevede che entro il 2035 non più del 10% dei rifiuti potrà essere smaltito nelle discariche. E che la raccolta differenziata dovrà arrivare al 65%. Questa è la strada sulla quale vuole dirigersi la Regione Toscana”.

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