Teoricamente il piano della Regione avrebbe previsto la chiusura definitiva della discarica di Poiatica di Carpineti, oggetto di infinite polemiche e anche inchieste in questi anni legate a statistiche di mortalità presuntamente più elevata da quelle parti rispetto ad altre zone della provincia. Statistiche poi smentite dagli uffici sanitari.
Ma la chiusura potrebbe trasformarsi in un “piano di riqualificazione ambientale” che prevede invece il conferimento, proprio a Poiatica, di rifiuti speciali dal bacino regionale, rifiuti come il biostabilizzato, gli inerti, i fanghi e gli scarti industriali, i rifiuti ospedalieri e altro. Una macro-categoria aperta a libero mercato in cui le aziende possono rivolgersi all’operatore che meglio risponde alle loro esigenze senza confini territoriali né gare o appalti di sorta. E conseguenti ricchi giri d’affari.
A rivelare la possibilità, prendendola in modo decisamente negativo, il comitato contro la discarica che alcuni giorni fa ha assistito in Regione a Bologna alla III commissione Territorio e ambiente. Durante la quale l’ing. Giancarlo Giacchetti, tecnico Iren e responsabile della discarica di Poiatica, ha appunto chiesto che la stessa discarica diventi bacino regionale (ed extra) di rifiuti speciali. Sempre quelli del Comitato hanno pertanto chiesto l’intervento del presidente provinciale Giammaria Manghi e dei sindaci dell’Appennino per scongiurare il rischio.