Rifiuti, l’Emilia-Romagna differenzia di più. E paga meno

In regione i ferraresi pagano la tassa più alta (325 euro), Ravenna la più economica (239). Parma in controtendenza.

Cresce ancora la tassa sui rifiuti, ma in Emilia si paga meno rispetto al resto d’Italia. Nel corso del 2016, una famiglia media italiana ha pagato 297 euro  (+0,4% rispetto al 2015). Media più bassa in Emilia-Romagna con 278 euro per nucleo familiare (+1,2%): fra le province Ferrara è la più cara con 325 euro (stabile rispetto al 2015), Ravenna la più economica con 239 euro (+0,7%), Parma in controtendenza con 255 euro (-4,5% su 2015).
E se a livello nazionale la raccolta differenziata si attesta nel 2014 al 45,2% (+2,9% rispetto al 2013), In Emilia Romagna si arriva al 55,2% (+2,2%), mentre lo smaltimento in discarica è fermo al 31% come nel resto del Belpaese. E’ questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per l’ottavo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi  sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2015 una famiglia tipo composta da tre persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Il Dossier è disponibile sul sito internet www.cittadinanzattiva.it.

Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2015 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2014 in Italia sono state prodotte 29,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una media pro capite di 488 kg (+0,2% rispetto al 2013). Il 46% dei rifiuti urbani italiani è prodotto nelle regioni del Nord, il 32% nelle regioni del Sud ed il restante 22% in quelle centrali. Per quanto riguarda la produzione pro capite la media più elevata è quella del Centro (547 kg), segue il Nord (496 kg) ed infine il Sud (443 kg). In Emilia Romagna ogni cittadino produce in media 636 kg di rifiuti l’anno, record a livello nazionale.

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