Cambiare la politica regionale dei rifiuti diminuendone la produzione, aumentando la differenziata e iniziando a chiudere alcuni inceneritori. E’ l’ambizioso piano illustrato oggi dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in materia di smaltimento.
«Entro il 2020 ci prendiamo la responsabilità, con le nostre facce, di raggiungere obiettivi che superano gli standard europei». Il nuovo progetto di legge regionale sui rifiuti prevede varie novità. La prima riguarda una «tariffazione puntuale» che non calcolerà più la tassa in base alla metratura dell’appartamento ma sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti. I cittadini riceveranno un numero di sacchetti «tracciabili», con tanto di codice a barre che identificherà l’utente. Per smaltire i rifiuti, con il porta a porta o con i cassonetti, ci si potrà servire solo dei sacchetti ricevuti (anche perché i cassonetti saranno chiusi e riconosceranno l’utente). In base al numero dei sacchetti utilizzati, i Comuni calcoleranno la tassa da fare pagare. Un metodo simile è stato introdotto dal primo luglio di quest’anno a Parma. Tuttavia, più che di una vera e propria tariffa puntuale si tratta di uno sconto minimo a quanti – nell’ambito della raccolta domiciliare porta a porta attiva da tre anni – riescono a contenere gli svuotamenti del bidoncino dell’indifferenziato al di sotto di una quota fissata in base al numero dei componenti del nucleo familiare.
La nuova legge regionale destinerà anche un fondo di 7 milioni di euro (solo per il primo anno) per premiare i Comuni virtuosi. E la Regione prevede di chiudere, entro il mandato di Bonaccini, due degli otto inceneritori presenti in Regione: quelli di Ravenna e di Piacenza.
Tre gli obiettivi della legge: portare la differenziata al 73% (ora è al 58,2%); il riciclaggio dei rifiuti al 70% (è al 51%) e ridurre la quantità di rifiuti prodotti del 25% (attualmente si va dai 535 kg per abitante di Parma ai 781 kg di Rimini).
In Emilia-Romagna sono attivi otto inceneritori di rifiuti urbani: a Borgoforte di Piacenza, a Cavazzoli di Reggio Emilia, Cavazza nel Modenese, a Frullo a Granarolo Emilia, a Cassana (Ferrara), sulla Romea a Ravenna, a Coriano fuori Forlì e a Raibano-Coriano nel Riminese.Nove con l’imppianto di Parma, il Pai di Ugozzolo.
Manca, nela proposta di legge presentata da Bonaccini, un accenno alla possibilità prevista dallo Sblocca Italia di incenerire rifiuti provenienti da fuori provincia negli impianti di termovalorizzazione. Contro tale possibilità si terrà una manifestazione sabato a Parma, dove Iren ha chiesto di sfruttare appieno la capacità di incenerimento del Pai di Ugozzolo proprio “importando” rifiuti da fuori.