Firenze – Ridurre le Asl? Sembrano tutti d’accordo che la cosa s’abbia da fare. All’indomani dell’annuncio del presidente Rossi (che ha proposto la riduzione delle 13 Asl attuali a 3 aziende sanitarie di Area Vasta), molte sono le voci di consenso che si levano dalla politica toscana. In particolare dall’opposizione. Segno che la riduzione dei costi del sistema salute regionale è un’esigenza avvertita come urgente un po’ da tutte le parti.
In particolare è il consigliere regionale Marco Carraresi ad appoggiare la proposta del Governatore. Una proposta che, rivendica il consigliere, da tempo anche il suo partito – l’Udc – aveva proposto. Quella di Rossi, ha commentato Carraresi, è stata una “uscita a sorpresa” che, tuttavia, è ben accetta. La sanità Toscana, ha spiegato, conta 19 enti che si occupano di salute. La riduzione delle Asl ed il loro sviluppo in enti di Area Vasta, si configura come “il modo più rapido ed efficace per rendere più efficiente e meno costoso l’intero sistema”. Insomma, riducendo gli sprechi della sanità regionale, la Toscana farebbe proprio quello che viene richiesto dal Governo Renzi.
In altre regioni (ad esempio in Emilia Romagna), ha proseguito Carraresi, da tempo si cerca di ridurre la struttura burocratica della sanità. In Toscana, invece, la sanità è ancora un “sistema elefantiaco” che abbisogna di interventi di razionalizzazione e riorganizzazione. Secondo il consigliere regionale Udc, c’è bisogno di ridurre gli sprechi senza ridurre la qualità della sanità toscana. E, questo, è possibile soltanto mediante una scelta coraggiosa.
“Occorre avere il ‘coraggio delle scelte’ – spiega Carraresi – quel coraggio che invoco da anni e che il presidente Rossi sembra avere finalmente trovato”. Da tempo, infatti, era stata presentata in Consiglio regionale una proposta di legge per la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Un dimagrimento degli enti con la creazione di aziende sanitarie di Area Vasta, che erano stati proprio i due consiglieri dell’Unione di Centro, Giuseppe Del Carlo e Marco Carraresi, a proporre.
Se questa proposta di legge fosse stata approvata, ha ricordato Carraresi, la Toscana avrebbe già risparmiato circa 80 milioni di euro all’anno. Oltre a ridurre la burocrazia, la proposta di riforma del sistema salute toscano prospettata dall’Udc, infatti, avrebbe fatto risparmiare, in dettaglio, 4 milioni di euro con la soppressione dei direttori generali, dei direttori amministrativi e dei collegi sindacali; 5 milioni di euro con la riduzione del personale delle segreterie degli organi e dei dirigenti delle aziende soppresse; ed 11 milioni di euro con la cessazione degli organismi e delle commissioni interne retribuite, delle commissioni concorsuali, degli organismi interni di valutazione e di certificazione, e con la riduzione delle spese di personale e di materiale d’uso generata dalla diminuzione delle funzioni amministrative.
D’accordo con Carraresi anche un altro consigliere regionale di opposizione, Stefano Mugnai (Forza Italia). “La nostra proposta sull’accorpamento delle aziende sanitarie giace in commissione sotto forma di mozione dal 9 giugno 2012”. Anche secondo il vicepresidente della Commissione Sanità dell’assemblea legislativa toscana, la Giunta Rossi è colpevole di ritardi nell’attuazione di una riforma che, è sotto gli occhi di tutti, la Toscana attende da tempo. L’opposizione ha cercato, secondo Mugnai, di ridurre gli sprechi durante l’arco di tutta la legislatura. Ma la Giunta ha “cincischiato” e preso tempo, senza effettivamente mettere in pratica nessuna riforma e, anzi, penalizzando pazienti ed operatori con nuovi aumenti dei ticket sanitari per fronteggiare il crescere dei costi per una macchina sanitaria mastodontica.
In Toscana, secondo Mugnai, la sanità va riscritta “di sana pianta”. Il rammarico, prosegue il consigliere regionale, è che Rossi se ne sia accorto così tardi. Così tardi, quando da molte parti arrivavano segnali di questa necessità. Né c’è da consolarsi con il più classico dei “l’avevo detto io…”, dato che il ritardo della Giunta Rossi ha fatto consumare a vuoto fior di risorse sia economiche, stante il mantenimento di burocrazie sanitarie elefantiache, sia politiche e di programmazione, con la Commissione sanità costretta, ancora in questi giorni, ad esaminare una bozza di piano sociosanitario venusiana, surreale, slegata dalla realtà”.