RidimensionatiLa Manodori senza soldi dimezza le erogazioni per il territorio

Stanziati 6 milioni di euro, ma le casse sono vuote

Erogazioni quasi dimezzate rispetto all’anno precedente, 70 milioni di euro bruciati in pochi mesi a piazza Affari, casse vuote e la necessità di ricorrere a un prestito bancario per fare fronte alle domande già accolte. Sono i frutti delle avventure finanziare della Fondazione Manodori guidata da Gianni Borghi. Ammonta a 6 milioni di euro il totale dei contributi che la Fondazione erogherà ad enti e che operano nei settori dell’assistenza e del volontariato, dell’educazione, della salute e della cultura. A fronte di 852 domande ricevute nel corso dello scorso anno, sono state 302 le richieste accolte. Nel 2011 la Manodori aveva stanziato 10 milioni di euro.

Tra i principali progetti finanziati, sono stati riconfermati i contributi straordinari anticrisi di oltre 400.000 euro per le persone in difficoltà e le mense per indigenti. Di rilievo, i percorsi a supporto di minori a rischio, per l’integrazione di stranieri e disabili, per gli ammalati, gli anziani, le donne sole con bambini. Nel settore educativo, numerosi i progetti sostenuti per tutti le scuole di Reggio e provincia, dal nido all’università. Nello specifico, oltre 1.000.000 di euro per garantire la continuità dei servizi delle scuole per la prima infanzia e 340.000 euro per progetti di ricerca e formazione superiore. Per la sanità, da segnalare 500.000 euro per il nuovo acceleratore lineare al Santa Maria e 138.000 per le pubbliche assistenze della provincia. Per la cultura, 500.000 euro per l’attività de I Teatri a favore dei giovani e delle scuole. Confermato il supporto a tante mostre e iniziative culturali, come il programma espositivo della Fondazione Palazzo Magnani e la rassegna Fotografia Europea, e per la conservazione del patrimonio artistico e architettonico di tutto il territorio reggiano.

Nelle casse dell’ente di palazzo del Monte, però, non ci sono abbastanza soldi. Per questo con ogni probabilità si dovrà ricorrere a un prestito bancario. Una misura d’emergenza che pone inquietanti interrogativi sul futuro.

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