Ride bene chi ride ultimo: buon viso a cattivo gioco nel confronto tv tra Bonaccini e la Schlein. Il 26 voleranno gli stracci

Faccia a faccia tv tra il realista Bonaccini e la visionaria Schlein. Diversi nei contenuti e nella terminologia e divisi soprattutto sulle alleanze, il governo Meloni e l’atteggiamento verso l’Ucraina. Insomma, archiviato il bon ton da salotto televisivo, le differenze sono marcatissime
Un confronto tv con pochi…

C’è probabilmente un solo momento di pathos se così lo vogliamo chiamare nel confronto tv su sky dettato da uno scontato gentlemen agreement, sono pur sempre esponenti dello stesso partito, tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, la coppia bolognese che il 26 si contenderà alle primarie la leadership del partito oggi all’opposizione. Quello sui diritti in cui il Governatore batte il chiodo della necessità di guardare anche a quelli sociali e non solo civili, pena la condanna all’irrilevanza numerica, ma di cui la Schlein, incalzante più che mai, sottolinea piuttosto la stretta interconnessione. Unico momento un po’ pepato dicevamo ma emblematico di due modi di vedere il partito, la sinistra e l’eventuale governo del Paese in modo diametralmente opposto nonostante i proclami di reciproca sottoscrizione di questo o quel paragrafo del contendente. Una differenza marcata pure dalla terminologia nelle risposte, più politicante e realistica quella di Bonaccini, parola chiave la classica “unità”, più ideologizzante e visionaria quella della Schlein, parola chiave il giovanilistico “collettivo”.

Insomma si sente che Bonaccini ha già avuto a che fare con problemi amministrativi, la Schlein più che altro con pulpiti da assemblea. Qualche divisione si denota anche sul giudizio da dare alla Meloni e sulla modalità di competizione. Sguardo più manicheo quello della Schlein che imputa alla destra tutti i mali che affliggono l’uomo, più problematico quello di Bonaccini che preferisce la lotta nell’urna. Così come sull’atteggiamento verso la tragedia dell’Ucraina.

Molto netto il giudizio di Bonaccini su chi sia la vittima e chi l’aggressore, più sfumato e pacifista quello della Schlein. Finisce con una stretta di mano, e i rispettivi appelli al voto. Mentre negli opposti schieramenti ci si prepara al rush finale. Il governatore emiliano parte in vantaggio, col 53% dei consensi dei tesserati dem. La rivale si ferma al 35%.

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