Firenze – Tina Pelosi non era una semplice professoressa del Liceo Michelangelo di Firenze. Non era semplicemente una brava insegnante. Tina Pelosi incarnava perfettamente il significato del ruolo che aveva scelto, perché un professore di liceo non è semplicemente un professore. E’ un educatore, è una persona che prende degli adolescenti e li trasforma, se non in uomini e donne, sicuramente in dei ragazzi pronti ad affrontare ogni tipo di sfida nella vita.
Insegnare è un verbo pericolosamente sottovalutato, soprattutto se chi è di fronte a te non ha l’esperienza, la maturità e i mezzi intellettuali per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato; per sapere che oltre a quelle mura, oltre a Dante e alla mitologia greca, c’è un mondo che sfrutterà o si piegherà a tutto quello che abbiamo assimilato in quegli anni di ribellione e incertezza. Siamo come un campo di neve su cui hanno camminato poche persone e il professore è lì per prenderti per mano e aggiungere o migliorare, in caso ce ne fosse bisogno, l’educazione familiare.
Questo è stata Tina Pelosi. Certo che ha premiato e punito ogni volta che lo riteneva opportuno, ma non ha fatto solo questo. Il suo più grande merito è stato far capire quanto la cultura fosse importante, non solo per l’interrogazione fine a se stessa, ma perché ti apre la mente e ti rende più forte e sicuro di te.
Lei sapeva quanto ogni suo alunno fosse diverso dall’altro e che il primo della classe poteva spingerlo a migliorarsi sempre di più, mentre ad altri doveva infondere l’importanza di quegli anni senza accanirsi ottusamente sull’idea iniziale che ognuno, umanamente, si fa su chi ha davanti per la prima volta.
Lavorare sodo e con il rispetto per gli altri alla lunga premia e una persona, o meglio un insegnante, come lei ha avuto la sensibilità e l’intelligenza di farlo capire, facendo in modo che i suoi alunni ci arrivassero da soli e non tentando di imporlo; perché se provi a imporre qualcosa a dei ragazzini puoi star certo che faranno l’esatto contrario.
Martedì Tina Pelosi ci ha lasciato, a soli sessantasette anni, dopo una lunga e difficile malattia e domani alla ore 10 alle “Cappelle del Commiato” ci sarà l’ultimo saluto. Questo breve ricordo è un modo di ringraziarla per quello che ci ha dato, con la speranza che anche lei sapesse quanto è stata importante per tutti i suoi alunni, o almeno per la maggior parte di loro.
Noi la ricorderemo sempre con quello sguardo gentile e fiero di chi non ti fa paura ma pretende e ottiene rispetto, perché anche a quell’età si può capire chi se lo merita davvero.
Ciao Tina e grazie di cuore.