Ricordo di Graziella Magherini la psichiatra che scoprì la Sindrome di Stendhal

Il discorso dell’assessore Meucci in occasione di un incontro spettacolo a Santa Maria Nuova

Firenze – Pubblichiamo parte del discorso che l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune Elisabetta Meucci ha tenuto in ricordo di Graziella Magherini neuropsichiatra, psicanalista e saggista fiorentina scomparsa il 10 dicembre 2023, in occasione dell’incontro spettacolo Su il sipario ! La medicina in scena organizzato dall’ospedale di Santa Maria Nuova.

Graziella Magherini è vissuta a lungo, intensamente, appassionatamente, generosamente. Ha vissuto cercando di mettere a frutto i suoi talenti e di espandere la sua personalità in tutte le direzioni possibili in un’epoca nella quale per la maggior parte delle donne carriere e destino erano tracciate dall’infanzia lungo sentieri stretti e perennemente in ombra. L’amore, il matrimonio, i figli, non l’hanno chiusa nella solida famiglia fondata insieme al marito Ivan Nicoletti.

La professione di medico neuropsichiatra non l’ha chiusa dentro le mura dell’ospedale e del reparto di Santa Maria Nuova che per tanti anni ha diretto con energia e lungimiranza. La professione di psicoanalista non l’ha chiusa nello studio privato di Piazza Aldobrandini 1 dove il pomeriggio visitava i pazienti. Dentro alla famiglia, all’ospedale, alla stanza di analisi si svolgevano vicende delicate, misteriose e potenti che richiedevano dedizione e cura. Ma fuori c’erano la vita della città e del Paese che invitavano alla conoscenza e all’impegno. C’erano la politica e la cultura.

C’era Firenze, c’era la città cui Graziella ha dato un altissimo e speciale contributo sia come medico, sia come psicoanalista, sia come promotrice di importanti iniziative culturali sia come testimone consapevole della sconvolgente bellezza nella quale abitanti e visitatori sono immersi.

Nella direzione del reparto di Santa Maria Nuova ha seguito una linea che allora (anni 70 e 80) era fortemente innovativa proponendo modelli di formazione psicodinamica per gli operatori della salute mentale ispirati al pensiero di Franco Fornari, volti a coinvolgere medici, infermieri e assistenti sociali nel lavoro di équipe.

Lavorando nel cuore della città, mise a fuoco una particolare risposta di alcuni visitatori esposti alla visione delle opere d’arte che denominò Sindrome di Stendhall. Una scoperta originale che le diede celebrità e che costituì il punto di incontro fra psichiatria, psicoanalisi e arte: all’intreccio di queste dedicò gli studi e l’impegno della maturità. Fondata insieme ad altri colleghi l’International Association for Art and Psychology, ne divenne Presidente. Fiorirono attorno a questo iniziative nazionali e internazionali e a Firenze congressi, conferenze, gruppi di studio, iniziative nelle scuole.    

Ricordo i cicli di seminari che si tennero al Viessueux con la collaborazione di Sandra Teroni dove psicoanalisti e letterati discutevano di letteratura e psicoanalisi. I lavori sono raccolti in una collana di volumi intitolata “L’ascolto del testo”. Ricordo “Crescere con i libri”, in collaborazione con il Centro Psicoanalitico di Firenze, in collaborazione con gli insegnanti delle scuole medie superiori.

In generale ha avuto un pensiero innovativo, era aperta, aveva interessi di frontiera. Fiutava le cose nuove nell’aria e le prendeva al volo. La sindrome di Stendhall consente di dire che contiene una sorta di messaggio, un invito alla responsabilità di ciascuno e di tutti di fronte all’arte e alla bellezza.

Elisabetta Meucci

In foto Graziella Magherini

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