Eccidio di Pian d’Albero, Aronne impiccato a 12 anni e tutti gli altri

Firenze – Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani ha partecipato alla commemorazione dell’eccidio di Pian d’Albero presso il monumento ai Caduti in piazza Elia Dalla Costa. L’eccidio ricordato dal monumento avvenne, il 20 giugno 1944, appena un mese e pochi giorni prima della liberazione di Firenze. Soldati tedeschi, come ha ricordato nel suo discorso il presidente del consiglio comunale Luca Milani, attaccarono il casolare della famiglia Cavicchi a Pian d’Albero, nel comune di Figline Valdarno, luogo in cui si svolgevano gli addestramenti dei giovani partigiani che sarebbero poi entrati a far parte della Brigata Garibaldi-Sinigaglia. I tedeschi uccisero 16 persone e fecero  oltre 100 prigionieri. Mentre un buon numero di prigionieri furono liberati da altre brigate partigiane, 19 partigiani e tre contadini, tra cui Aronne, un ragazzino di 12 anni, furono impiccati dai tedeschi a Sant’Andrea in Campiglia.

“Pian d’Albero – ricorda il presidente Luca Milani – è un episodio fra i più dolorosi, drammatici e sanguinari di quel periodo, dove un esercito ormai in rotta finisce per prendersela con ragazzi, in molti casi anche solo giovani e semplici contadini, colpevoli di essere italiani e amanti della libertà. Nel casolare della famiglia Cavicchi, una famiglia contadina, erano presenti anche giovani fiorentini, fra i quali molti del quartiere di Gavinana, Ponte a Ema e di Bagno a Ripoli. E’ stata una storia orribile – aggiunge il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – non solo perché racconta dell’atrocità della guerra, di tutte le guerre, ma perché vi si scorge il silenzio della ragione e la perdita di ogni sentimento di umana pietà. Atroci, insensate, inutili le esecuzioni perpetrate dai tedeschi  che non si fermarono neppure di fronte ad un ragazzo, Aronne Cavicchi, che fece in tempo a guardarsi con il padre, destinato anche lui alla stessa sorte, e morì senza un grido né un lamento”.

Una morte da eroe coronato dall’innocenza, quella di Aronne, che resterà per sepre testimonianza, come quela di altre morti del periodo, della stupidità criminale dei suoi assassini. Senza dimenticare quella di tutti gli altri che vennero impiccati in quel pomeriggio di inizio estate. Fra questi, otto erano giovani di questa zona, nativi di Gavinana: Piero Boncinelli, Enio Carresi, Luigi Di Vita, Evandro Fabbroni, Vinicio Grint, Sirio Pratesi, Spartaco Pratesi e Bruno Volpi. ”

Pian d’Albero fu una pagina tragica, sanguinaria, assurdamente criminale della lotta di liberazione, che occorre ricordare e diffondere perché, pur guardando con gli occhi giustamente rivolti al futuro, non possiamo dimenticare il passato, perché “la memoria del male è il seme necessario perché germogli il bene”. L’Amministrazione – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – sta lavorando per valorizzare il monumento ai Caduti di Pian d’Albero in piazza Elia Dalla Costa quale elemento di un vero e proprio polo della memoria insieme al Memoriale Italiano di Auschwitz all’Ex 3 e alla statua di Gino Bartali, Giusto tra le Nazioni, che verrà collocato nella omonima piazza”.

Insieme al presidente Milani erano presenti la presidente del Quartiere 3 Serena Perini, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, rappresentanti del Comune di Sesto Fiorentino, dell’Anpi Gavinana e Coro 900.

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