Ricordando “Piombo Fuso”, presidio per la Palestina

Firenze – Un partecipato presidio in piazza della Repubblica a Firenze, per non dimenticare. Perché l’operazione Piombo Fuso, che si svolse dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009, venga ricordata con tutto il suo carico atroce di morte e sofferenze. I numeri, di parte palestinese, dal momento che quelli israeliani non furono mai resi ufficiali:  1419 morti e 5360 feriti, per la maggior parte civili. Gli edifici distrutti totalmente o in parte dal fuoco incessante dell’artiglieria e dei bombardamenti dell’aviazione  e della marina furono 3.356. Secondo Richard Falk, Special Rapporteur delle Nazioni Unite, 1434 furono i palestinesi uccisi nell’invasione di Gaza, 960 erano civili, fra cui 288 donne e 121 bambini.

Un’azione che, secondo svariati osservatori internazionali, fu portata avanti con metodicità da Israele, per snidare Hamas, e far cessare il lancio di missili contro obiettivi civili israeliani che in otto anni, avevano ucciso 15 civili in Israele e portato a molti feriti. Per dare l’idea della portata della reazione israeiliana, secondo quanto reso pubblico dal canale televisivo israeliano Channel 10, in tre settimane di attacco alla striscia di Gaza, le sole forze aeree israeliane avrebbero condotto 2500 missioni aeree tenendo una media di oltre 100 al giorno e sganciato oltre mille tonnellate di esplosivo. La Striscia di Gaza è un territorio costiero, sul confine con Israele e l’Egitto, di 360 km² di superficie, con una popolazione di quasi 1 milione e 700mila abitanti di etnia palestinese, di cui 1.240.082 rifugiati palestinesi. La densità della popolazione è di quasi 4.500 abitanti per chilometro quadrato.

Nel presidio odierno non solo è stata ricordata l’operazione Piombo Fuso, ma anche il continuo stato di guerra fra i due popoli. Mai osservate da Israele le risoluzioni Onu che si si sono susseguite in circa 70 anni di storia. Nel 2014, dopo una serie di operazioni “minori”, un’altra vampata si scatenò sempre su Gaza, con l’operazione Protective Edge, in italiano traducibile con Margine di protezione, sempre per interrompere i lanci di missili da Gaza verso obiettivi civili israeliani e anche per bloccare i tunnel che consentono il transito di merci fra Gaza e l’Egitto. L’operazione durò due mesi, dal 7 luglio a fine agosto, e provocò 2.104 morti fra i palestinesi e 72 fra gli israeliani. Un bilancio particolarmente doloroso fu quello dei bambini: si calcola che il numero di queste piccole vittime fu fra 495 e 578.

Il presidio è stato organizzato dall’Associazione Amicizia Italo-Palestinese, con l’adesione di Rifondazione Comunista e di molte altre associazioni e movimenti. Fra i punti, come si legge nella nota diffusa dall’Associazione, la volontà di “denunciare  l’assedio dello Stato sionista a #Gaza e sostenere la resistenza del popolo palestinese, per dire no agli accordi militari Italia-Israele, per denunciare il silenzio assordante della comunità internazionale, per dire no a #Gerusalemme capitale di #Israele, per promuovere la campagna Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele”.

 

 

 

 

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