Firenze – E’ il panico che monta: a fronte della richiesta, da parte di Casa spa e in applicazione della legge regionale 41/2015, della certificazione dell’Isee agli assegnatari, le famiglie si spaventano pensando che, nel migliore dei casi, ci saranno conseguenze negative se “salteranno fuori” i sudati risparmi di una vita intera. E il timore è sempre lo stesso: decadere dall’assegnazione ed essere scaraventati in un panorama delle locazioni che, come ben si sa, a Firenze è particolarmente selvaggio.
Timori in buona parte immotivati, come spiega Laura Grandi, segretaria del Sunia di Firenze che, a seguito dell’ondata di panico, ha provveduto anche a inviare una lettera di spiegazioni ai propri “affiliati” residenti nelle case popolari. “Il primo punto su cui bisogna essere chiari – spiega – è che la decadenza dall’assegnazione è prevista se per tre volte consecutive si supera il limite dei 33mila euro di dichiarazione Isee fissati dalla legge”. Tre volte che vengono spalmate su tre anni, nel senso che, se appare una certificazione Isee che “sfora” il tetto, verrà ricontrollata l’anno dopo; se sfora ancora, verrà di nuovo ricontrollata nell’anno nuovo.
Ma cos’è l’Isee? Tecnicamente, si parte dell’Ise (indicatore della situazione economica) che è un parametro che determina la situazione economica del nucleo familiare e viene calcolato sulla somma dei redditi e del 20% del patrimonio mobiliare e immobiliare di tutto il nucleo familiare. L’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) si calcola invece sul rapporto tra l’Ise e il parametro dettato dalla “scala di equivalenza” (stabilita dalla legge), parametro che varia in riguardo al numero e alla qualità dei componenti del nucleo familiare.
In soldoni, come spiega Grandi , “è necessario dire con chiarezza che 33.000€ ISEE non corrispondono a 33.000€ di risparmi. L’ISEE non è la semplice somma di tutti i redditi e dei risparmi in banca. E’ un calcolo che riguarda solo una percentuale di quello che la famiglia possiede. In concreto, per raggiungere 33mila € di ISEE, è necessario avere un patrimonio che deve essere ben superiore a 150mila euro di soldi accantonati, oltre i redditi percepiti”.
Insomma, casi che a occhio e croce non dovrebbero riguardare gli assegnatari dell’Erp. Anche se possono esserci situazioni in cui, risparmiando per una vita, un piccolo o meno piccolo gruzzolo per la vecchiaia o per aiutare figli e nipoti disoccupati potrebbe anche essere stato accantonato. “Gruzzoli” tuttavia che, in caso di decadenza dall’assegnazione, non riuscirebbero a porre le famiglie al riparo da disagi economici, a fronte del selvaggio mercato degli affitti fiorentino che in questi ultimi tempi sta allungando i suoi tentacoli anche nei comuni limitrofi. “E’ per questo – dice qualcuno fra gli operatori del settore tecnico – che si dovrebbero prevedere per questi casi di “fascia grigia” aiuti più stringenti di quelli che sono in atto, per “accompagnarli”, persa la casa popolare, in un percorso di sistemazione magari con affitti calmierati o contributi affitto”. Senza scordare tuttavia che per esempio l’istituto del contributo affitti non solo è protagonista di continui tagli, “ma i criteri per l’accesso stanno diventando sempre più restrittivi, tant’è vero che è più “semplice” accedere al bando dell’Erp”.
Conclude dal canto suo la segretaria del Sunia: “E’ bene anche essere chiari su un punto importante: la legge prevede che la mancata presentazione della documentazione ISEE richiesta dalle amministrazioni, comporti la decadenza dall’assegnazione, oltre all’applicazione di un canone sanzionatorio (canone massimo) e ad una multa superiore ai 1000 euro. Dunque, sollecitiamo gli assegnatari a certificare la propria situazione economica, a scanso di conseguenze comunque gravose per le famiglie”.