Lucca – La Scuola IMT Alti Studi Lucca è la prima istituzione universitaria italiana per qualità della ricerca. Ad attestarlo è l’indagine compiuta da Anvur, l’Agenzia di valutazione delle università vigilata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha analizzato la qualità delle pubblicazioni di tutti gli Atenei italiani, presentate tra il 2011 e il 2014.
I dati sono stati illustrati questa mattina (21 dicembre) nella sede amministrativa della Scuola dal direttore, professor Pietro Pietrini, insieme alla professoressa Irene Crimaldi, delegato alla didattica, e al professor Rocco De Nicola, decano dei docenti della Scuola.
Tra le 132 istituzioni prese in esame, di cui 94 Università statali e non statali, 12 enti di ricerca e 26 enti volontari, la Scuola IMT si è piazzata al primo posto assoluto, seguita sul podio dalla Scuola Sant’Anna e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Grande la soddisfazione espressa dal direttore Pietrini: «I dati parlano chiaro: Lucca è una delle città che maggiormente contribuiscono all’eccellenza dell’alta formazione in Italia. Questo risultato ci conforta e ci gratifica perché si tradurrà in fondi che potremo utilizzare per far crescere la Scuola, attivare progetti, arruolare nuovi docenti e attirare ricercatori, che costituiscono la base sulla quale ogni università sana e vitale dovrebbe reggersi. Il nostro auspicio – conclude il direttore – è che la città sia orgogliosa di ospitare IMT, così come noi siamo orgogliosi di esserne parte».
Un risultato molto importante che conferma l’eccellenza della ricerca nella Scuola lucchese, che già nella precedente edizione della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR, relativa agli anni 2004-2010) aveva ottenuto la prima posizione nell’area delle Scienze economiche con il punteggio di 0,91/1.
IMT è al vertice della classifica nazionale per l’originalità, per il rigore metodologico e per l’impatto sulla comunità scientifica internazionale delle pubblicazioni prodotte nel Campus di San Francesco. A differenza di quanto avvenuto per la precedente edizione della VQR, quest’anno la Scuola è stata valutata nel suo complesso e ha potuto presentare i lavori di tutti i docenti e i ricercatori impegnati nei quattro curricula di dottorato attivi al suo interno.
IMT si è piazzata davanti a tutte le altre università italiane, ottenendo un valore IRAS1 di ben 61%, parametro che indica il rapporto virtuoso tra la qualità e la quantità delle pubblicazioni prodotte e le dimensioni dell’ateneo e che rappresenta la base per la suddivisione della quota premiale di finanziamento.
Va detto che con i nuovi criteri utilizzati, in particolare il fatto che la performance individuale viene rapportata alla media nazionale, la Scuola si trova in un certo senso ad essere “penalizzata”. Questo spiega la riduzione del 46% del valore del parametro, essendo migliorata la media nazionale degli Atenei ed essendosi così accorciata la distanza tra la Scuola – capofila assoluta – e le altre Istituzioni.