Firenze – La Toscana non vuole l’autonomia né tanto meno uno statuto speciale come chiedono altre Regioni, ma “concertare una collaborazione rafforzata non episodica con il Governo nazionale e con l’Europa”.
Il presidente della Regione Enrico Rossi ha approfittato di un convegno sulla ricerca al Cinema della Compagnia di Firenze per ribadire una posizione che punta alla interlocuzione strutturata e produttiva con il governo centrale sulla base di esperienze positive del passato: “L’articolo 117 della Costituzione stabilisce che la ricerca è materia concorrente della potestà legislativa della Regione e dello Stato nazionale e dunque dobbiamo mettere in campo una procedura normale in modo che si venga a creare una collaborazione rafforzata a partire da un’intesa quadro”.
La ricerca e la partnership fra alta formazione e imprese ad alta tecnologia è uno dei punti chiave delle politiche regionali per lo sviluppo, sottolineati da Rossi intervenuto davanti a una folta platea di imprenditori e ricercatori che hanno partecipato alla giornata di lavoro dal titolo “La ricerca va in scena: politiche in azione”, che il governatore della Toscana vorrebbe rendere annuale come una sorta di “stati generali della ricerca”.
Al popolo dei ricercatori (circa 100mila addetti fra ricercatori, insegnanti e persone coinvolte nell’indotto) Rossi ha indicato come obiettivi non solo l’analisi dello stato attuale della ricerca ma anche l’identificazione degli obiettivi che si deve porre, il principale dei quali è “costruire una società più inclusiva, più giusta e più serena”.
La Toscana fa la sua parte. Intanto ha finanziato 20 progetti, 12 dei quali sono stati presentati sulla scena della Compagnia, in quattro ambiti applicativi: industria 4.0, energia, aerospazio, smart cities. I progetti sono frutto dell’accordo stipulato nel 2013 fra Ministero dell’istruzione, università e ricerca, Agenzia per la coesione territoriale e Regione Toscana, in collaborazione da imprese, università e centri di ricerca pubblici e privati operanti in Toscana. Per dare concretezza all’impegno già assunto, Rossi ha annunciato che “agli oltre cinquanta milioni di fondi nazionali ed europei (15 di credito agevolato ndr) che hanno consentito di finanziare venti progetti, se ne aggiungeranno altri 8 della Regione e così sei ulteriori progetti si sbloccheranno e potranno partire”.
E insieme ai finanziamenti sarà creato anche un “ufficio brevettazioni” per mettere sotto tutela i risultati della ricerca toscana ad alto contenuto innovativo in modo che queste innovazioni e invenzioni non siano “cash free” come dicono gli americano quando lodano la creatività e l’ingegno dei toscani. Così come verrà ancora più potenziato l’ufficio di Bruxelles (“non chiamatelo più ufficio di rappresentanza” per rendere più efficaci e competitive le domande degli enti di ricerca toscani per finanziamenti sui progetti.
Rossi ha accennato ai fondi che l’Irpet ha messo a disposizione delle Pmi e all’accordo che sarà firmato con le università per mettere a loro disposizione gli uffici della Regione a Bruxelles e agevolare i rapporti con l’Unione europea. “La Toscana – ricorda Rossi – ha utilizzato 60 milioni di fondi Horizon 2020. Non sono pochi: l’Emilia Romagna si ferma ad una quarantina, il Veneto a trentatré. E’ merito del grande valore dei nostri ricercatori, università e centri di ricerca”.