Riaprono i circoli Acli, Manfredonia: “Ora riforme e lavoro”

Firenze – Dal 1 luglio riaprono i Circoli  Le Associazioni ritornano così verso la normalità e riprendono appieno la loro funzione sociale.  Ne parliamo con Emiliano Manfredonia, pisano, recentemente eletto Presidente Nazionale delle ACLI. 

Nonostante il lungo  lockdown legato alla pandemia  siete  è riusciti a mantenere i contatti  con  gli iscritti? 

L’emergenza ci ha messo a dura prova, prima di tutto perché la malattia ha colpito tanti associati, me compreso, ed è un male brutto, che ti mette  davanti ad una grande solitudine. Ma il nostro sforzo è sempre stato quello di farci sentire, di essere in qualche modo presenti e lo abbiamo fatto con tante attività: penso all’iniziativa “Adotta un nonno al telefono”, penso al progetto sulle Eccedenze alimentari, che è andato avanti con la consegna domiciliare, penso allo sforzo fatto dagli operatori dei nostri servizi che sono riusciti a svolgere il loro lavoro con modalità totalmente nuove. Certo i nostri Circoli hanno pagato un prezzo altissimo, e devo dire anche ingiusto, visto che saranno gli ultimi a riaprire il 1 luglio, ma ora non vediamo l’ora di riaprire questi luoghi di socialità, solidarietà e partecipazione, perché se c’è una cosa che la pandemia ha fatto emergere  è che c’è ancora più bisogno di Acli.

Il ritorno in zona bianca darà un soprassalto di entusiasmo per le attività delle Acli ?

Siamo contenti prima di tutto che la situazione sanitaria sia in miglioramento ma questo non deve farci abbassare la guardia. Poi è chiaro che la bella stagione aiuta nell’organizzazione di alcune attività che possono essere fatte all’aperto. C’è un grande entusiasmo, vedo tanti circoli che stanno preparando la riapertura, altri che programmano le attività per il nuovo anno. Speriamo che il trend positivo continui e che anche a ottobre possiamo trovarci con questi numeri per dire che finalmente è passata.

Quali misure  di equità  sociale vi attendete dal governo?

Ci attendiamo due grandi riforme. Prima di tutto una riforma fiscale che finalmente ristabilisca l’equità e la progressività sancite dalla nostra Costituzione. Abbiamo apprezzato l’Assegno Unico Universale ma crediamo che debba essere una norma che viaggi insieme ad una nuova fiscalità più a misura di famiglia. L’altra grande riforma è quella del lavoro e del welfare: basta con bonus a pioggia, oggi abbiamo bisogno di creare lavoro buono e di dare certezze a chi quel lavoro lo ha perso o ha perso e competenze per rimanerci. Dobbiamo lavorare alla costruzione di un welfare societario, regolato da intrecci creativi e da una governance aperta, sostenuto dalla co-progettazione che coinvolga attori diversi: dal volontariato al Terzo Settore, dal privato al pubblico.

E  come dovrebbe essere importato il piano di  ripresa  per uscire dalla crisi economica post pandemia?

Il PNRR è un grande occasione, non possiamo sprecarla in nessun modo perché ne dipenderà il futuro nostro, dei nostri figli e anche dei nostri nipoti. Servono investimenti nell’istruzione e nella formazione, a tutti i livelli. Abbiamo bisogno di reti, di far dialogare di più le imprese con le agenzie del sapere perché non è possibile che in Italia ci sia un disallineamento così forte tra domanda e offerta di lavoro: ci sono dei profili che le imprese non trovano mentre tante università sfornano laureati che poi accrescono le fila dei disoccupati.

Come stai vivendo questi primi mesi da Presidente nazionale?  A  quali iniziative stai pensando  per il prossimo futuro?

Sto vivendo questi primi mesi con l’entusiasmo di poter fare qualcosa di importante per l’associazione dove sono cresciuto, con la consapevolezza dei miei limiti ma con la serenità di chi sa che ha dietro  una squadra che lavora con spirito di servizio e soprattutto con un grande affetto per le nostre Acli. Ci sono tante iniziative che stiamo preparando, un grande evento aperto a tutti, sulle eccedenze alimentari e poi stiamo lavorando, dopo un anno di stop, al nostro Incontro nazionale di Studi che si svolgerà a fine settembre.

Con le modifiche allo  Statuto  si chiude il percorso congressuale..  Quali le innovazioni  statutarie  più  significative?

Lo Statuto è il primo passo importante del nuovo corso delle Acli dopo il Congresso più lungo della nostra storia.  Le modifiche statutarie che erano ormai necessarie e su cui abbiamo trovato un’ampia convergenza, si sono mosse prevalentemente su due binari: da un lato abbiamo recepito alcune indicazioni di maggiore esplicazione e chiarezza legate alla riforma del terzo settore, dall’altro abbiamo avviato alcuni processi per rendere l’associazione meno presidenzialista e più collegiale. Abbiamo inoltre alleggerito alcune incompatibilità tra responsabilità associativa e impegno in politica per quanto riguarda i comuni di piccole dimensioni, dove la scelta è prevalentemente un servizio alla comunità e dove questo non mette in discussione minimamente l’autonomia dell’associazione.

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