Adesso penso a fare il sindaco e sulla politica nazionale non dirò nulla. Fino a venerdì prossimo…». Così ha parlato un Matteo Renzi fresco di ritorno in Italia dopo il sole della California. E c’è anche la data, il 30 agosto. E due luoghi. Le feste dell’Unità di Forlì prima, quella di Reggio Emilia poi. Due comizi in un giorno solo in cui probabilmente non darà l’annuncio definitivo della candidatura a segretario, in attesa delle regole, ma sarà la dimostrazione definitiva, se mai ce ne fosse bisogno, che lui è pronto per la premiership, visto che pare iniziato il countdown per il governo Letta (almeno il primo) e non si sa se ci sarà il tempo per le primarie.
Di certo in casa Pd si sta profilando l’ennesima battaglia senza quartiere. Renzi, sostenuto dallo scaltro D’Alema, proprio il 30 a Reggio potrebbe chiedere il divorzio dal Pdl e a questo punto si potrebbe profilare in anticipo di due anni il patto blindato che avrebbe voluto, nel 2015, Cuperlo a capo del Pd e Renzi appunto a capo del Consiglio dei Ministri. Da oggi al 30 dunque scatteranno le controffensive dei no-Renzi, il fronte governista, da Letta a Bersani passando per Franceschini, alzando i toni contro il Cavaliere e lavorando per un Letta-bis se i berlusconiani dovessero rompere.
Anche perché la crisi di governo il 9 settembre potrebbe essere una certezza. In attesa dell’evento clou, il ri-ritorno di Renzi in terra reggiana, FestaReggio ieri sera ha aperto i battenti col padrone di casa, il ministro Graziano Delrio che ha ripreso tutti i temi di questi giorni nel suo scontro con Brunetta a proposito dell’Imu e confermando la sua ferma volontà di abolizione dell Province.