Cosa lega il sindaco di Reggio e neo ministro agli Affari regionali Graziano Delrio al collega grillino di Parma Federico Pizzarotti? Apparentemente ben poco, al di là della vicinanza territoriale. Provengono da storie politiche e umane che più diverse non si può. Nei mesi successivi alla “Stalingrado grillina” non sono mancate le occasioni di scontro tra i due, sia a mezzo stampa che per lettera. Però, secondo quanto riferiscono fonti qualificate e appartenenti ad ambienti diversi, Delrio e Pizzarotti hanno stretto un patto segreto. Pochi ne sono a conoscenza, ma la trattativa sarebbe iniziata subito dopo il primo turno delle elezioni amministrative, quando il candidato a 5 stelle ottenne uno storico ballottaggio. Evidentemente il candidato del Pd, Vincenzo Bernazzoli, era già stato dato per spacciato se è vero che da Reggio a Parma sono stati inviati emissari con il compito di trattare per conto di Delrio.
La trattativa, che è rimasta sempre sotto traccia e della quale non sarebbero stati a conoscenza nemmeno i consiglieri comunali di Parma, è proseguita tra alti e bassi fino ad oggi e ha preso forma in un vero e proprio patto. A scoprire le carte è arrivata la difficile partita per il rinnovo della governance di Iren. Partita importantissima per Delrio che si è fatto garante della transizione in seno alla multiutility insieme al sindaco di Torino Piero Fassino e a quello di Genova, Andrea Doria. Pizzarotti avrebbe potuto rovesciare il tavolo e bloccare ogni tentativo di riforma della governance impugnando il patto parasociale che regola i rapporti tra i soci. Avrebbe potuto, ma non lo ha fatto.
Dopo una serie di sedute infuocate, a Parma il consiglio comunale alla fine ha votato all’unanimità il nuovo assetto di Iren: “Sulla carta, secondo le intenzioni, – ha detto Pizzarotti – ci dovrebbe essere più efficienza. Io credo che non basti questo a garantirla” ha detto il sindaco, che ha aggiunto: “Col cambiamento non avremo più una rappresentanza diretta. Ci dicono di aver voluto superare l’ambito territoriale, ma io nutro perplessità”. Perplessità che non hanno però impedito alla sua maggioranza di votare insieme all’opposizione. Un voto che di fatto taglia fuori Parma dalla gestione della multiutility.
Pizzarotti intanto fa strada ed entra nell’Anci dalla porta principale, aperta dal presidente dimissionario Delrio appena prima di partire alla volta di Roma. Un riconoscimento di merito alla sua attività di primo cittadino e per l’attiva partecipazione alle iniziative dell’Anci è la motivazione ufficiale. A Parma però la faccenda non è stata digerita da tutti nel M5s e c’è già chi parla di fronda: tra i più critici nei confronti del primo cittadino c’è una figura storica, uno dei fondatori del movimento nella città ducale, Peppe Carpentieri.