Rete Imprese Italia e Confindustria: non si tocchi la tariffa rifiuti

Le associazioni chiedono un incontro urgente con tutti i sindaci della provincia

In concomitanza con i primi incontri con gli Amministratori per la presentazione dei bilanci di previsione per il prossimo anno le Associazioni provinciali di Rete Imprese Italia (CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) e Industriali Reggio Emilia si interrogano sulle possibilità di tenuta del sistema di imprese – micro, piccole, medie o grandi che esse siano – di fronte a pressioni fiscali sempre più pesanti a tutti i livelli, dal nazionale al locale, e chiedono un incontro urgente con tutti i sindaci della provincia di Reggio Emilia, l’assessore provinciale all’Ambiente Mirko Tutino e il presidente di Ato.

La lettera all’indirizzo degli Enti Locali è già stata spedita: l’obiettivo è far sì che la condivisione della preoccupazione per la tenuta del sistema economico e sociale del nostro territorio che più di altri si trova a fronteggiare una preoccupante situazione di crisi globale con prospettive di grande incertezza, si traduca in misure concrete, prima di tutto in riferimento alla tariffa rifiuti annua per il 2012.

Il recente decreto Monti non fa che confermare la situazione drammatica che chiamerà cittadini e imprese a sostenere costi pesantissimi. Sacrifici certamente obbligati ma che non devono rappresentare l’unica risposta: noi ci aspettiamo anche azioni concrete e provvedimenti per lo sviluppo e il rilancio dell’economia. I Comuni saranno protagonisti di queste azioni e, per quanto è dato fino ad oggi di sapere, c’è la consapevolezza di come un ulteriore aumento della pressione tributaria possa restringere i margini per il rilancio del tessuto produttivo e il recupero di competitività. Sono molte le situazioni dove in discussione vi sono le condizioni di base per la sopravvivenza di tante imprese  artigianali e/o commerciali.

Per questo la questione fiscale sarà dirimente proprio nell’anno che tutti si apprestano ad affrontare con preoccupanti indicatori che preannunciano una fase di stallo se non anche  recessiva del sistema paese. Proprio perché la manovra definita dal Governo profila una crescita dell’imposizione su vari fronti (IVA,  fabbricati, accise) dalla quale non si può prescindere, è ancor più necessaria un’attenta e responsabile  valutazione  da parte del sistema delle autonomie tesa a mettere in atto tutte le politiche che a livello locale possano portare a un contenimento dei costi di funzionamento ed erogazione dei servizi.

Rete Imprese Italia e Confindustria, pongono in particolare l’accento sulla tariffa annua per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sulla cui definizione gli Enti locali saranno chiamati a esprimersi a breve.

Il primo passo per la formulazione di questa proposta è stata la valutazione di quanto deliberato lo scorso luglio in sede di ATO con l’approvazione  del modello gestionale e organizzativo dove si è definito il percorso per arrivare all’approvazione complessiva del piano. Gli obiettivi sono certamente importanti e ambiziosi e delineati secondo un percorso sulla cui legittimità non si possono avere dubbi. Ma mai come ora le Associazioni di categoria credono che sia necessario orientare le scelte di programmazione  tenendosi agganciati a un quadro di riferimento che con estrema rapidità cambia e muta, anche radicalmente, gli scenari di riferimento del breve e brevissimo periodo.

Quanto si è pensato un anno fa, forse anche sei mesi fa, può non essere più attuale oggi. O semplicemente può non essere più sostenibile. E la sostenibilità economica deve essere in questo momento la bussola che orienta le scelte del privato come del pubblico. Il che non vuol dire necessariamente perdere di vista gli obiettivi che ci si è posti in tema di politiche a salvaguardia dell’ambiente, ma semplicemente che si individuano tempi e modi che possano traguardare verso gli obiettivi dati in maniera accettabile.

Il principio della sostenibilità economica del resto è ben presente nello scenario che si ipotizza nell’applicazione  del  Piano d’Ambito in progetto proprio là dove si  evidenzia la necessità di una ricerca di progressiva attuazione dello stesso. In effetti, le proiezioni dei costi di applicazione del nuovo piano sono fortemente impattanti sulle tariffe o tassa che verranno ribaltate dai Comuni su imprese e famiglie. Mediamente, a livello provinciale gli aumenti si assesteranno intorno al 10% ma per effetto del sistema applicativo e di sussidiaretà tra enti, ci saranno comuni dove il sistema di raccolta e smaltimento rifiuti registrerà incrementi di costi ben oltre questa percentuale. Senza dimenticare gli aumenti indotti dal recente decreto Monti che andranno ad aggravare ulteriormente un processo inflativo non di poco conto.

In questo contesto diventa fondamentale predeterminare oggi le condizioni per la sostenibilità economica del piano: diversamente, le imprese non reggeranno una “tassa” sui rifiuti che paradossalmente tende ad aumentare in un periodo dove, per la contrazione dei fatturati, molte aziende ne producono di meno. E’ proprio la minor redditività e marginalità la ragione che spinge più d’un artigiano o commerciante a rivedere al ribasso spazi e locali in cui esercitare l’attività, strada obbligata per tentare di farcela.

Occorre allora superare il 2012: e per farlo bisogna che anche la politica locale, così come sono costrette a farlo le imprese, riaggiorni le proprie agende. E nel fare questo, tenendo conto di quanto avvenuto da luglio ad oggi, essa interrompa processi decisionali e deliberativi in tema di gestione di rifiuti. Serve prendere fiato, concedersi un supplemento di valutazione e confronto su una partita che a livello provinciale somma milioni di euro. Un confronto che va esteso al mondo delle imprese.

Un confronto, tanto utile  quanto necessario, che CNA, Industriali Reggio Emilia, Confartigianato Imprese, Confcommercio e Confesercenti richiedono con urgenza: occorre un incontro nel corso del quale avere la possibilità di esporre le ragioni e le proposte delle Associazioni che rappresentano un asse portante dell’economia provinciale.

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