Residenze, cancellato piccolo fiorentino di 2 anni, è senza pediatra e senza asilo

Firenze – C’è un bambino a Firenze che ha due anni, fiorentino di nascita, cittadino italiano, cui non è concesso avere un pediatra o recarsi all’asilo. Non è stato sempre così. Infatti, il bimbo di cui stiamo parlando, quando è nato e nel suo primo anno di vita, aveva come tutti i bambini della nostra città il suo pediatra e andava all’asilo. Il motivo per cui questo piccolo fiorentino non ha più diritto all’accesso alla sanità e all’istruzione è quel foglio che è stato consegnato oggi a sua madre, con cui il Comune di Firenze ha deciso di cancellarlo. Lui e sua madre. In barba alla mozione approvata il 15 aprile dal consiglio comunale che invitava l’amministrazione a sospendere le procedure di cancellazione per il periodo di emergenza dovuto al covid-19 per non creare problemi ai cittadini limitati dalle misure di contenimento dell’epidemia, consentendo loro di ottemperare alle prescrizioni anticontagio del ministero della salute.

“Una vicenda che purtroppo non ci meraviglia  – dice Giuseppe Cazzato dei Cobas cui si è rivolta la famiglia (il padre, di origine eritrea, è cittadino italiano e residente) – anche se stupisce il fatto che l’ordinanza di cancellazione risalga al 3 giugno 2020, il che significa che l’istruttoria è stata portata avanti in piena emergenza covid. La data di deposito alla casa comunale è stata attuata il 5 agosto secondo il 143 c.p.c., vale a dire con notificazione a persona di residenza, dimora e domicilio sconosciuti”.

In altre parole, gli uffici hanno dichiarato l’irreperibilità del bambino e della madre, cancellandoli dall’anagrafe. Ma com’è possibile, dal momento che non solo le comunicazioni asilo-famiglia, le ricette del pediatra e persino i documenti per la cittadinanza sono giunti all’indirizzo dove il bimbo risiede con i genitori?

“Il sindaco (è il primo cittadino che firma le cancellazioni, ndr) ha decretato l’irreperibilità di mamma e figlio pur essendo a conoscenza che queste persone erano sul territorio comunale – dicono dai Cobas – l’amministrazione infatti sa anche dove si trovano, dal momento che il bambino l’anno scorso ha frequentato l’asilo e le comunicazioni tra amministrazione e famiglia avvenivano all’indirizzo di residenza del padre. Inoltre, la legge indica la possibilità di cancellare le persone causa irreperibilità, quando non solo non si trova la persona, ma non si sa neppure  dove cercarla; se si conosce l’indirizzo dove di fatto la persona abita,  l’ufficiale di anagrafe dovrebbe operare come prescrive l’art. 5 della 1228/54 e l’art.10 del dpr 223/89, vale a dire,  procedere d’ufficio all’iscrizione anagrafica nel nuovo indirizzo e non procedere alla cancellazione”.
Ma non è finita qui. “Per gli opportuni e intervallati accertamenti propedeutici alla cancellazione, l’ufficiale d’anagrafe secondo la legge non doveva nemmeno interpellare altri enti, amministrazioni o uffici pubblici e privati, dal momento che la sua stessa amministrazione di appartenenza, il Comune di Firenze, era a conoscenza dell’indirizzo dove la famiglia di fatto risiedeva. Senza contare, come già sottolineato, che il piccolo è nato a Firenze e le comunicazioni per l’ottenimento della cittadinanza sono state fatte all’indirizzo di residenza del padre. Vale a dire, quello di residenza effettiva dell’intero nucleo”.
Essendo questa la vicenda, concludono dai Cobas, “non escludiamo la possibilità di adire alle vie giudiziarie. Questo piccolo fiorentino non può rimanere senza medico e senza scuola”.
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