Resa dei contiPd: scoppia la guerra tra “rottamatori” e “riparatori”

La convention dei “rottamatori” ha accelerato, anche in casa del Pd, la resa dei conti. Guida generale alle fazioni in campo

Sullo sfondo del declino irreversibile del berlusconismo, si staglia sempre più nettamente la divisione in quella che del centrodestra dovrebbe essere la principale forza di opposizione. La raffica ravvicinata di convention di sapore Pd culminata con l’assemblea dei “rottamatori” alla Leopolda di Firenze ha fatto venire alla luce ciò che da tempo covava sotto la cenere di un partito nato diviso le cui fazioni in campo assumono ora precise identità. Anche a Reggio in questi giorni non sono mancate le polemiche rinvigorite dalla presenza del sindaco di Reggio Graziano Delrio fianco a fianco direttamente di Matteo Renzi e che dal palco centrale ha additato l’assenza dei big democratici. Gli uomini dell’onorevole Pierluigi Castagnetti sono dunque più o meno compattamente schierati col presunto nuovo che avanza mentre l’area Bersani-D’Alema guarda ai “rottamatori” con la paura di chi teme il prepensionamento. Esemplificativo in questo senso lo scontro durissimo tra il consigliere regionale Beppe Pagani, castagnettiano doc, e l’onorevole Maino Marchi: il primo ha parlato, a proposito del secondo di Minculpop, il secondo a proposito del primo ha trasformato il suo slogan “C’e Beppe” in “C’è Beppe quand ag per”, cioè quando gli pare. Coi “rottamatori” una serie di sindaci della bassa guidati dal primo cittadino di Castelnovo Sotto Simone Montermini che ha annunciato la nascita del gruppo “Riformisti insieme”. Contro, un altro gruppo di primi cittadini capeggiati dal sindaco di Casalgrande Andrea Rossi chiamato a sparigliare le carte tra i sedicenti innovatori. Intanto il segretario provinciale Roberto Ferrari ha bocciato decisamente la Leopolda e i suoi derivati sospettando in quelle iniziative l’obiettivo di affossare il Pd mentre il consigliere regionale Marco Barbieri ha preso tempo, rifiutando le sirene rottamatrici e invitando al primo appuntamento del Pd questa volta certamente unito in quel di Roma il prossimo 5 novembre. Insomma un clima da resa dei conti che affonda le radici nella creazione stessa del Partito democratico e che i recenti avvenimenti politici, interni ed esterni alla  stessa formazione, hanno inevitabilmente accelerato

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