Lavoro e accoglienza dei migranti al centro del discorso pronunciato questa mattina dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi in occasione della Festa della Repubblica, celebrando “il 2 giugno che rappresentò una scelta conseguente a quelle della Resistenza e della Liberazione dell’Italia” e sottolineando “l’afflato storico di una continuità tradottasi nella forma repubblicana che ancora oggi continua a dare spazio a tutti nell’accezione più alta della democrazia”.
“Per attualizzare questa ricorrenza all’Italia di oggi, con i suoi problemi e le sfide di un secolo nuovo da affrontare con soluzioni inedite da individuare, il rimando all’articolo 1 della nostra Costituzione, ad una Repubblica democratica fondata sul lavoro, è naturale – ha detto il presidente Manghi – A Reggio Emilia siamo abituati ad avere tassi di disoccupazione che tendono allo zero, anche oggi non siamo in presenza di dati fortemente negativi, ma il nostro impegno non deve comunque cessare fino a quando non saremo nelle condizioni di assicurare a tutti, come ha affermato recentemente il Papa, la possibilità di lavorare, non solo per una questione materiale, ma per tutelare la dignità di ogni persona. Siamo alla vigilia della sottoscrizione di un Patto per l’occupazione che rappresenta un impegno serio di Reggio Emilia per favorire la ricollocazione dei tanti che, nel privato come nelle cooperative, hanno perso il posto di lavoro, mettendo in campo tutti insieme ogni sforzo possibile per aiutare queste persone a evitare di scivolare verso la soglia della povertà”.
Poi “la questione delle questioni, quella delle migrazioni”, dinnanzi alla quale – ha detto il presidente Manghi, citando il Bobbio dell’”Elogio della mitezza” – “spero non ci attanagli la dimensione del pregiudizio che può insinuarsi nel pensiero delle persone, ma che Reggio Emilia sia in grado di essere coerente, in una dimensione che non può che essere comunitaria, con la nostra storia di accoglienza secondo le regole”.
“Siamo alla vigilia di una stagione in cui gli arrivi saranno non pochi e il sistema reggiano, nella sua coralità, deve dare continuità a quel senso di accoglienza che ci ha contraddistinti e di cui abbiamo anche usufruito come popolo italiano in altre fasi della nostra storia e del quale ci avvaliamo anche oggi, con i tanti giovani che studiano o lavorano all’estero”, ha concluso il presidente Manghi.