Primarie, Giani, Saccardi: sembra ormai tutto spazzato via dal decisionismo del segretario-premier-sindaco Matteo Renzi. Si dà per certo che a tenere il ruolo di reggente al posto del vicesindaco Stefania Saccardi, ormai certa dell'ascesa (o discesa) in Regione con ruolo importante, probabile vicepresidente, sia proprio lui, Dario Nardella, già vicesindaco di Renzi, fedeltà assoluta e conclamata al capo, oltre ad essere uno dei volti “vincenti” del renzismo. Già, perché Nardella è davvero “uomo” di Renzi. Lo è per età, cultura e vocazione, lo è dagli inizi e inequivocabilmente. Perciò, i giochi sembrano fatti: presto, prestissimo, nella probabile ultima settimana da sindaco, Renzi nominerà Nardella al posto di Saccardi, Dario terrà lo scettro negli ultimi due mesi di legislatura, poi a maggio, eccolo pronto a concorrere a sindaco. E Stefania? Vicepresidente in Regione.
Tutto a posto dunque? Neanche un po'. Almeno tre incognite pesano e sono piuttosto intriganti. La prima, inutile dirlo, si chiama Eugenio Giani e la sua lunga corsa alla poltrona di sindaco. Accetterà di farsi da parte per il “collega” Nardella senza colpo ferire? Proprio lui, che vanta esperienza e preferenze a iosa? E' vero, i rapporti fra i due, sembrano cordiali, ma quanto terrà la cordialità di fronte alla corsa per sindaco? Il secondo elemento, direttamente collegato al primo, è senz'altro la questione primarie. Se il partito infatti ha solo mugugnato quando i renziani cambiarono con un blitz regolamento e, candidando Matteo, sbaragliarono i malpancisti imponendo a maggioranza assoluta e definitiva lo stop alle primarie, sarà lo stesso per un altro candidato, seppure presentato e caldeggiato dal sindaco in partenza? Così, se il candidato ultra-renziano Simone Gheri attuale sindaco di Scandicci ed ex-repubblicano ha già fatto sapere che non si metterà contro Nardella, chissà che pensa su questo tasto Giani. Un mistero che si fa meno fitto con il trascorrere delle ore, visto che lo stesso Giani dichiara "opportuno" scegliere il nuovo sindaco con con le primarie. Certo, parla anche di "gioco di squadra", ma, quanto a questo, si limita a dire che si vedrà a seconda delle circostanze. Fatta fuori (almeno per ora) ogni ipotesi di un eventuale outsider (interno, Meucci, esterno, Farinetti) che potesse portare unità e pace. Ci vuole, come si sussurra a Palazzo Vecchio, un nome di rilevanza nazionale e di provenienza politica. Infine la terza incognita che incognita non è: può Renzi permettersi di partire lasciando un partito pronto a lacerarsi e a scontrarsi in primarie che potrebbero essere da lunghi coltelli della “sinistra”? Non può. E dunque, la soluzione è sempre quella: a fare il sindaco c'è Nardella.