Prato – “Cautela”: con qualche distinguo sembra essere la parola d’ordine che accomuna le principali figure del partito democratico pratese dopo l’uscita, a sorpresa ma non troppo, di Matteo Renzi dal Pd. Una serie di dichiarazioni da parte del sottosegretario Antonello Giacomelli e del primo cittadino Matteo Biffoni che hanno preso atto di una decisione molto probabilmente già presa ancora prima della crisi di governo innescata dall’ex ministro degli Interni Matteo Salvini.
Pare infatti che la registrazione del dominio del nuovo partito porti la data del 9 agosto (basta andare su italiaviva.eu e italiaviva.org anche se i siti non ci sono ancora), dunque il giorno dopo l’addio di Salvini a Conte e Di Maio.
E al di là delle polemiche nazionali sullo strappo di Renzi all’indomani della nascita del nuovo governo “giallorosso” e sul nome da lui scelto per la sua nuova organizzazione politica (“Italia Viva” è stato lo slogan ideato proprio dal Pd per la Leopolda del 2012 ma che prima ancora, era stato usato nel 2008 da Walter Veltroni), resta il fatto che la segreteria di Nicola Zingaretti registra dal suo insediamento ad oggi un’altra uscita eccellente dopo quella di Carlo Calenda.
E se quest’ultimo è andato via dal partito democratico sbattendo la porta di fronte a quella che ha definito l’incoerenza di un segretario che a luglio aveva dichiarato che in caso di crisi di governo la via maestra da seguire sarebbero state le elezioni anticipate e dunque mai avrebbe dato vita ad un governo coi 5stelle, diversi e concilianti appaiono almeno per il momento i toni dell’ex premier Renzi riguardo le sue dimissioni dal partito.
E dal “voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini e contrastare il cattivo populismo, non ho un problema personale con Zingaretti, né lui ha un problema con me ma qui c’è un fatto politico, perché il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie ma chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico”, alla sintesi “non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un’altra cosa rispetto all’algoritmo di Casaleggio.”
Ne parliamo con Andrea Dominijanni coordinatore di Adesso Prato l’associazione politica che riunisce i comitati renziani del Pd nella città toscana del sindaco Matteo Biffoni.
“Una decisione romana – dice il Dominijanni – quella di Matteo Renzi che scaturisce da una serie di incomprensioni tra i vertici che sono sotto gli occhi di tutti ma anche perché la visione di partito è differente. Non a caso quello di Renzi non sarà uno tradizionale, ma una casa. E sarà femminista con molte donne di riguardo alla guida. Ora c’è da vedere in che modi e tempi potrà svilupparsi questo nuovo progetto politico che ancora deve trovare una propria collocazione anche se non nascondo l’interesse di Renzi per l’amico francese Macron e il suo movimento “En Marche”.
Alla domanda che ricadute avrà il nuovo progetto politico di Matteo Renzi in Toscana, Dominijanni dice: “Renzi non ha nessuna voglia di disturbare il Pd e non si candiderà né alle regionali né alle comunali almeno per un anno. Chi vorrà impegnarsi lo farà con liste civiche o da indipendente. Le prime elezione saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Dunque c’è tempo per organizzarsi. Intanto aspettiamo la Leopolda 10 che già in tanti dicono quella della svolta.»
In foto A andrea Dominijanni