Renzi all’attacco di Pessina: “Lasci stare lo stadio”

Firenze – “Pessina ha molti beni da tutelare, si occupi di quelli e lasci stare lo stadio di Firenze su cui decidono Comune e Fiorentina”. Parole e musica del senatore di Scandicci e leader di Italia Viva Matteo Renzi che interviene pesantemente e gamba tesa a difesa del suo emendamento sblocca stadi provocando di fatto uno scontro senza precedenti con la Soprintendenza che, va detto a onor del vero, non si è mai veramente opposta a un restyling dell’Artemio Franchi a patto però che questo non comportasse uno stravolgimento dell’impianto, monumento nazionale citato in tutti i manuali di architettura come esempio di fama internazionale per quanto riguarda il razionalismo in Europa. Tutto l’esatto contrario invece dell’emendamento licenziato al Senato con un voto trasversale che ha coinvolto oltre al Pd e Italia Viva anche tutto il centrodestra, che invece permetterebbe di smontare, spostare o riprodurre in formato minore pezzi del monumento in oggetto: in questo caso il Franchi. Così a Pessina non era rimasto altro da fare che dichiarare la sua preoccupazione evidenziando anche che, “pur applicando la legge, la responsabilità dell’eventuale scempio sarebbe ricaduta su Comune e Fiorentina”.

Di qui la reazione pesante di Renzi che al Corriere Fiorentino ha dichiarato: “Dopo l’approvazione dell’emendamento che porta il mio nome, il dottor Pessina non deve più occuparsi del Franchi”. E non contento ne ha approfittato anche per punzecchiare il sindaco Nardella che invece aveva apprezzato “l’atteggiamento corretto istituzionale del Soprintendente” aggiungendo un attimo dopo che “nessuno nemmeno i  tifosi, vuole che il Franchi venga completamente raso al suolo”. Insomma in questo momento sotto la Torre di Maratona non sembrano viversi momenti particolarmente tranquilli e probabilmente non lo saranno neanche i prossimi di qui a metà mese quando l’emendamento sarà messo in votazione alla Camera. “Io – ha continuato Renzi – avrei pagato e fatto carte false per avere una legge che dicesse: potete fare lo stadio senza il parere della Soprintendenza. Ora la palla passa a Nardella”. Ribatte il sindaco: “Ho lavorato 10 anni allo stadio, Matteo stai tranquillo”. Non proprio le stesse parole rivolte da Renzi a Gianni Letta, ma comunque un messaggio oltremodo chiaro. Pare che il Senatore non le abbia molto gradite.

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