Renzi al Puccini, “Pd toscano unito, tutti con Rossi”

Firenze – Torna nella sua città Matteo Renzi, e torna con il piglio di chi si prepara alla festa. Innanzitutto, partito unito: “lavoro straordinario del Pd toscano”, “tutto il Pd si riconosce con la candidatura di Rossi“: nessuno scontro, nessun tentennamento, il Pd toscano è una macchina da guerra unita e compatta, a sentire il premier nonché segretario nazionale.

Entra in un Teatro Puccini gremito di gente (800 la capienza interna, qualche centinaio fuori nel prato dietro l’entrata principale del teatro, in molti lo seguono dagli schermi giganti) e subito incontra alcuni insegnanti con i cartelli al collo. Ma non è sulla contestazione che va messo l’accento sull’incontro di ieri del premier con il suo popolo piddino: poche voci, qualche slogan e un corteo prontamente rintuzzato da un “cordone” imponente di forze dell’ordine sul ponte del Mugnone allo sbocco di via Baracca. Una certa svogliatezza anche nella contestazione.

Dentro il Teatro: il discorso di apertura è di Enrico Rossi, governatore uscente, che dovrebbe avere (sebbene le urne possano celare sempre qualche sorpresa) la vittoria in tasca. Il suo è un discorso giocato in attacco, anche minuzioso in certi passaggi, in cui dà conto di 5 anni “vissuti pericolosamente” con sullo sfondo una crisi che in Toscana sembra tuttavia (e Rossi illustra le varie decisioni politiche prese per fronteggiarla) aver morso un po’ meno.

Ed è la volta di Renzi.Stiamo facendo qualcosa di importante”. L’attacco del discorso è tutto teso a dare la sensazione di essere davanti a una svolta epocale: il partito,il suo premier, l’Italia. Poi, la spinta a Rossi: “tutti con Enrico”, da domenica di nuovo presidente. Ma la questione dell’unità del partito è argomento non solo toscano, dove la “prova” di unità è stata, secondo il premier, brillante: “Da altre parti si è litigato, in Toscana no; in questi mesi, il Pd toscano ha fatto un lavoro straordinario”, ma a livello nazionale non si può evitare la Liguria: “Quello che è accaduto contro Lella Paita è inaccettabile”. Salvo poi dichiarare che “se vince Casson, vado ad aiutarlo”. L’unità del partito si trasforma in un grande leit motiv della serata.


 

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