Renzi a Marzabotto tra i mugugni dei Comitati Dossetti

Polemiche sull’Italicum, ma nessuna contestazione, per l’apertura delle celebrazioni del 70esimo della Liberazione

Renzi a Marzabotto, ovvero come aprire le celebrazioni del 70esimo anniversario della Liberazione con contorno di polemiche sull’attualità politica. La visita del presidente del consiglio è avvenuta un paio d’ore fa, mentre la polemica da parte di alcuni movimenti e comitati è stata preventiva – ma senza conseguenze sotto forma di contestazioni.

Renzi è arrivato in visita a Marzabotto, uno dei luoghi simbolo della Resistenza – nell’autunno del 1944 fu teatro della più sanguinosa strage nazifascista in Italia – poco dopo le 14. È arrivato accompagnato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, per un omaggio al sacrario delle vittime della strage e per la visita alla scuola di pace di Montesole.

La storia di Marzabotto – ha detto Renzinon è solo quella di un comune, ma di un pezzo d’Italia. Sono qui da presidente del Consiglio per inginocchiarmi davanti a questa storia. Le persone qui sono morte perché noi potessimo essere liberi, e perché l’Italia possa essere portatrice sana di pace, entusiasmo e bellezza”.

Ad accogliere il premier c’erano anche il sindaco di Marzabotto Romano Franchi, il presidente del comitato per le onoranze funebri dei caduti di Marzabotto Valter Cardi, i sindaci delle città colpite dall’eccidio, il primo cittadino di Bologna Virginio Merola, i vertici del Pd locale.

Ieri i Comitati Dossetti per la Costituzione avevano implicitamente messo in guardia Matteo Renzi. Anticipando la visita del premier a Monte Sole dove, nel cimitero di Casaglia, è sepolto uno dei padri della Costituzione, i comitati avevano ammonito dal tentativo di usare il nome di Dossetti per ogni manipolazione del dettato costituzionale. In questo senso, se non altro, paiono interpretabili le parole del presidente dei Comitati Raniero La Valle, scritte sul sito internet dei comitati: “Ricordando il genocidio di Monte Sole – si legge nel comunicato – i Comitati Dossetti per la Costituzione sottolineano che la scelta di Dossetti di essere sepolto nel cimitero di Casaglia comportava un monito ai futuri visitatori, sia riguardo al carattere sacro dei principi supremi della Costituzione garantiti dalle Istituzioni previste nella prima e seconda parte di essa, sia riguardo al dovere di non metterli a rischio per calcoli secondari e tornaconti politici, sia contro ogni tentazione di usare il nome di Dossetti per qualsivoglia manipolazione del dettato costituzionale”. Lo stesso La Valle ha spiegato che i Comitati sono “contrari alla modifica costituzionale in corso sia per il metodo, sia certamente per i risultati, che alludono ad un’uscita dalla democrazia”.

A stretto giro di posta la replica del presidente del Comitato onoranze caduti di Marzabotto Valter Cardi: “La presenza di Renzi onora la memoria di chi è caduto per darci la libertà. Chi fa polemica fa qualcosa di offensivo per i familiari delle vittime e inopportuno, perché Renzi non viene come segretario di partito, ma come rappresentante delle istituzioni: sono le istituzioni che vengono a rendere omaggio alle vittime e senza cercare clamore”. Già ieri Cardi aveva lanciato un appello a evitare contestazioni e polemiche per evitare di “far torto” a chi a Monte Sole perse le vita e ai suoi familiari. L’omaggio alla tomba di Dossetti non è per un “capriccio” di Renzi, sottolinea Cardi, “quella è una tappa sui luoghi fondamentali dell’eccidio che proponiamo noi a tutte le autorità. Lo abbiamo fatto con i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini e lo facciamo con Renzi”.

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