Isola del Giglio (GR) – Scafo diritto, galleggiamento in equilibrio. Tirano un sospiro di sollievo, gli addetti ai lavori, il relitto della nave Concordia si è staccata dalle piattaforme sia a poppa che a prora e mantiene un assetto di perfetto equilibrio. Spostamento laterale di 30 metri.
Ad annunciarlo è stato il commissario straordinario Franco Gabrielli nel corso del primo incontro della giornata con la stampa. “Siamo soddisfatti ma con quella giusta cautela che la situazione prevede”, ha aggiunto Gabrielli capo della Protezione civile ai microfoni di Rai news, parlando del rigalleggiamento della Cosa Concordia. Alla delicata operazione erano presenti anche il ministro Gian Luca Galletti, la presidente dell’Osservatorio ambientale per il recupero Maria Sargentini, l’ingegner Franco Porcellacchia e l’Ad Michael Thamm di Costa Carnival. In queste ore, la nave viene alleggerita a poco a poco: lo scopo, quella di farla sollevare un altro metro, dopodiché sarà spostata lateralmente per trenta metri. Intanto sono stati rafforzati gli agganci di alcuni cassoni.
Le operazioni di rigalleggiamento erano iniziate all’isola del Giglio stamattina. Obiettivo, mettere in condizioni di poter essere trasportato il relitto della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata nella piccola isola del Parco Nazionale dell’Arcipelago della Toscana i cui mari sono parte del Santuario dei Cetacei, il 13 gennaio 2012. “Si sta lavorando come da programma” aveva dichiaratoMaria Sargentini, presidente dell’Osservatorio ambientale.
Ieri sera l’Osservatorio ambientale, diretto da Maria Sargentini, aveva dato l’ok definitivo alle operazioni di rigalleggiamento finalizzate al trasporto dell relitto della Costa Concordia al porto di Genova per il suo smantellamento, sulla base anche della previsione di una mappatura ambientale e del ripristino dell’area dove ora si trova il relitto.
La fase di rigalleggiamento, iniziata intorno alle 6 di stamani, sotto il coordinamento del senior salvage master, Nick Sloane che dirige i lavori da una cabina di controllo insieme alla sua squadra di tecnici e ingegneri, durerà tra le 6 e le 8 ore. In pratica il relitto della nave da crociera il cui naufragio nei pressi di Giglio Porto causò 32 morti, una vittima ancora dispersa, migliaia di feriti (4.229 persone a bordo, tra passeggeri e equipaggio), verrà sollevato di circa due metri e spostato di 30 metri verso est. Durante tutta questa fase e anche per il successivo spostamento, i collegamenti tra l’isola del Giglio e l’Argentario sono interrotti.
Le dichiarazioni
Per ora tutto sta andando secondo il programma previsto anche sul versante della tutela ambientale” – ha dichiarato la presidente dell’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia, Maria Sargentini. “L’Osservatorio ha chiesto sicurezze nei piani proposti da Costa e dal Consorzio Titan-Micoperi e siamo ottimisti. Mappature e monitoraggi effettuati in questi due anni e mezzo sia fuori che dentro, e che abbiamo man mano intensificato, tranquillizzano; e al
momento non si vedono parametri che facciano sospettare aspetti di criticità”.
“Certo si verificheranno fuoriuscite di acque interne quando la nave si solleverà, sono inevitabili, ma non ci sono elementi per pensare a sversamenti particolarmente pericolosi. E comunque abbiamo predisposto presidi a garanzia della sicurezza che consentono di guardare all’operazione con una certa tranquillità”, ha concluso Sargentini.
Il naufragio della Costa Concordia: la tragedia per quell’inchino maledetto
Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia circa tre ore dopo la partenza dal porto di Civitavecchia urtò alle 21:45 lo scoglio delle Scole durante l’avvicinamento all’isola del Giglio per effettuare “l’inchino”, come il comandante Francesco Schettino poche ore prima aveva detto. Dalla scatola nera è emerso che nessuno si oppose alla rotta ravvicinata all’isola impostata da Schettino. Schettino impartiva ordini ai propri ufficiali durante l’avvicinamento , poi ecco lo scoglio ma quando se ne accorse era troppo tardi, non poteva più evitarlo: uno squarcio su un fianco della nave lungo decine di metri, di cui ancora ricordiamo le immagini, i motori fuori uso mentre la nave imbarcava acqua, allarmi di bordo e il panico per 4.229 persone. Alle 21.56 Schettino chiamò il capo dell’unità di crisi Roberto Ferrarini dicendo: “Ho fatto un casino! Sono passato sotto al Giglio”, venivano chiuse le porte stagne. Schettino indugiava a dare l’ordine di abbandono nave, mentre il dramma per i passeggeri si acuiva. Poi l’ordine dato a Schettino dal comandante della capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco: “Vada a bordo”. La nave si adagiò miracolosamente sugli scogli della Gabbianara davanti a Giglio Porto. 32 i morti, una vittima ancora dispersa e migliaia di feriti il tragico bilancio dell’incidente.