Relazioni pericolose e ombre sarde, fra Pd e M5S a Firenze la strada è tutta in salita

L’Effetto Sardegna in città si infrange su aeroporto, multiutility e sistema Disneyland

Firenze – E’ una delle domande più gettonate dopo quello che già si chiama Effetto Sardegna, ovvero la vittoria di Alessandra Todde sul candidato meloniano Alberto Truzzu nell’isola. vittoria che ha visto la Todde come baricentro per l’unione del centrosinistra, ma in particolare per la pax costruenda fra Pd e M5S. Un abbraccio voluto fortemente dalla segretaria Elly Schlein, avvallato da Conte, spinto con forza dall0ex segretario del Pd Bersani, tant’è vero che qualcuno, nel partito democratico, parla già di “accordo ineluttabile”.

Ma sarà così? Intanto, l’intervento che oggi ha messo in campo il segretario del M5S Giuseppe Conte, mette in conto alcuni paletti, a dire il vero non nuovi, che potrebbero avere forte rilevanza sui territori. In buona sostanza, Conte parla di accordo sul programma elettorale. Ciò significa, fuor di metafora, che, per propugnare un’alleanza, si devono avere dei punti di governo comuni, degli obiettivi al tempo stesso politici e fattuali, comuni.

E qui, secondo quanto spiega il capogruppo del M5S a Firenze già candidato sindaco, Roberto De Blasi, se l’asino non casca, almeno sdrucciola. Perché?

“Mi limito a ricordare che Giuseppe Conte da tempo, e lo ha ribadito proprio stamattina, dice che serve, per governare, una piattaforma su punti comuni. Se teniamo fermo questo punto ,il quadro fiorentino presenta alcune difficoltà. Per vincere, serve un progetto credibile, serio, costruito per bene, sagomato sulle esigenze della comunità locale, nel caso della Sardegna regionale, per noi, cittadina. Ma per fare questo, servono degli obiettivi comuni. Altrimenti, il campo largo, diventa un campo minato, come dice Conte, nel senso che una pletora di sigle può vincere, ma la governabilità, intesa come azione di governo, se non ci sono obiettivi condivisi, diventa ingovernabilità”.

Insomma, fuor di metafora, quali sono gli obiettivi che potrebbero ostacolare a Firenze, l’unione dei destini del Pd e del M5S?

“Quando si parla di piattaforma condivisa – spiega De Blasi – dobbiamo chiederci: cosa intende fare il Pd per quanto riguarda l’ampliamento dell’aeroporto? E’ disposto a tornare indietro? E per quanto riguarda la multiutility? E’ disposto a tornare indietro? E per la turistificazione della città, con la scelta degli studentati di lusso, è disposto a tornare indietro? Una turistificazione che non si ferma al centro storico, ma sta diventando padrona della città intera, anche di zone che non erano mai state toccate dal flusso turistico, basti pensare che lungo la tramvia, nel quartiere 4, all’Isolotto, le case sono salite a 4mila euro al metro quadro, il che equivale a segnare la disfatta della residenza”-

Un trio senza dubbio molto difficile da superare, viste le posizioni in merito del Pd, che nonostante le frenate degli ultimi mesi, non sono mai state disconosciute. E come si potrebbe, dal momento che sono stati pilastri dell’amministrazione Nardella per il decennio di sindacatura?

“Partiamo dall’aeroporto – continua De Blasi _ è inutile aumentare il verde, parlare di comunità energetiche, temi che ci trovano d’accordo, se la causa prima dei disagi e dell’inquinamento sonoro e acustico per i cittadini è l’aeroporto, di cui si sostiene l’ampliamento. Un ragionamento che non tiene conto a livello economico, del fatto che il Comune di Firenze partecipa per l’1, 38 per cento a Toscana Aeroporti, il che significa un dividendo di utili irrisorio e una capacità decisionale pari a zero; mentre, a livello di sostenibilità, non si considera che l’ampliamento del nostro scalo significa in previsione un innalzamento degli arrivi sulla città per milioni di persone in più. Significa scaricare altro turismo, altri visitatori, in una città che, grazie alle politiche di turistificazione finora intraprese, è già molto vicina a un livello pericoloso, dal momento che si tratta di una città delicata, non pensata per grandi masse di fatto sostitutive della residenza. Forse Firenze non ha bisogno di altri turisti, ma di una migliore gestione del turismo e del suo territorio urbano. Un problema complesso, tant’è vero che il blocco dell’apertura di nuovi affitti turistici nel centro Unesco ha semplicemente spalmato il fenomeno in tutta la città, in particolare lungo le direttrici della tramvia.

“Senza contare infine che scaricare altro cemento nella Piana, significa non tenere in conto quanto successo a novembre scorso, non curarsi del campanello d’allarme che ha suonato molto forte a Campi, che delinea la fragilità di un territorio già abbastanza aggredito. Dunque, noi non puntiamo i piedi contro l’ampliamento dell’aeroporto per ragioni di poco conto, riteniamo sia essenziale non procedere verso l’obiettivo del Pd”.

Se l’aeroporto è terreno divisivo dunque, e non di poco conto, altra mina sul cammino verso un’alleanza fiorentina è senz’altro la multiutility, da sempre terreno di scontro fra le due forze politiche. “Il Pd è pronto a sottoscrivere un patto in cui si dice che la multiutility non sarà quotata in borsa? – chiede ancora De Blasi – la finalità di avere la quotazione in borsa è ovviamente, per i soci, in particolare per i privati, quello di trarre dividendi dalla propria partecipazione. In che modo i cittadini dei comuni più piccoli potranno assicurarsi di avere attenzione alle loro esigenze, se la finalità naturale della quotazione di borsa è quella di rincorrere i dividendi per i soci? quanto potranno influenzare, i cittadini, le decisioni del board ristretto apicale? Senza contare le conseguenze sulle bollette di operazioni andate male. Il Pd accetta di rimettere in discussione la multiutility?”.

Sullo sfruttamento turistico della città, due punti sono ineliminabili: da un lato, il blocco del Referendum Salviamo Firenze, che non “ha avuto motivo”, dice De Blasi, che rincara: “Riteniamo tra l’altro non credibile la proposta che sta maturando ai vertici dell’amministrazione cittadina, ovvero di dare la possibilità agli studentati di lusso di mettere in atto, banalmente, accoglienza turistica, per 60 giorni, non più tutti in blocco, ma spalmati nei 12 mesi dell’anno. Il che significa, altrettanto banalmente: come si faranno i controlli? Chi riuscirà a controllare questi soggetti nel rispetto del limite temporale?”.

Conclude De Blasi: “Se si parla di alleanza “irreversibile”, bisogna tenere conto dove questa è possibile, ovvero dove i programmi possono sovrapporsi. Altrimenti, parafrasando Conte, è inutile vincere con una ammucchiata di partiti che fra loro non sono d’accordo su niente o quasi. Ciò significa semplicemente vincere, ma non governare. Ovvero, tradire l’interesse comune dei cittadini”.

Del resto, le parole che giungono dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che le proferisce a margine del consiglio regionale odierno, non danno molte speranze per il matrimonio che pure, per molti “s’ha da fare”. Dice Eugenio Giani: “”A Firenze quello che auspico è che si costruisca una bella alleanza larga che possa comprendere tutte le forze del centrosinistra, da Iv alla sinistra, e conseguentemente teniamo conto dei rapporti più distesi che si creano col M5s”. certo, tenendo d’occhio ciò che è successo in Sardegna. Ma, dopo il dovuto auspicio, vista la vittoria sia pur di un soffio del campo largo o giusto che dir si voglia, arrivano le note dolenti per il M5S: “Certo non vedo la questione come un’astratta valutazione di rapporti fra forze politiche ma va impostata sui programmi. Su Firenze ci sono aspetti sui quali il M5s aveva tenuto posizioni diverse, l’Alta velocità, l’aeroporto. Se si chiariscono il sì all’Alta velocità e all’aeroporto sono favorevole ad avviare un rapporto”. 

Se, messa così, l’alleanza col Pd a Firenze sembra davvero mission impossible, scatta ovviamente l’altro pensiero: dal momento che alleanze dovranno essere fatte (l’affaire Soru è stato molto significativo, in Sardegna, solitario e rimasto fuori) forse con Del Re (che ha annunciato la rottura col Pd, ma che d’altro canto, è stata artefice, in qualità di assessora all’urbanistica, di molti fra i provvedimenti contestati dai 5Stelle) e perché no, con l’associazione di Tomaso Mpntanari. Un gruzzolo di voti che potrebbero convergere sul candidato della sinistra Dmitrij Palagi, che tuttavia, rifugge da ogni contatto con Del Re. E mentre la destra gioca a rimpiattino con Schmidt, magari fidando su tormentone coniato da Schelin (non ci hanno visto arrivare), per una sortita silenziosa e vittoriosa, negli incubi peggiori del Pd (che tuttavia, nonostante sinistra Italiana e le dichiarazioni ufficiali, continua a parlamentare con Renzi) potrebbe esserci l’effetto Campi, ovvero, il ballottaggio tutto a sinistra. “Ridicolo”, liquidano l’ipotesi dal Pd. Ma qualche pessimista, di quelli ben nascosti nelle vecchie case del popolo ormai deserte, fra bambini e anziani col gelato, cita il buon vecchio Amleto “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”…..

Foto: elezioni amministrative 2019, ministero dell’Interno

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